Attenzione in questo post faccio spoiler! Dopo cinquanta anni esatti dal suo primo film, Le Beau Serge, fa un certo effetto leggere ed esprimere un’opinione su un film di Chabrol. Claude Chabrol è stato il primo critico dei “Cahiers” a girare il suo lungometraggio, anche se gli accordi con Resnais, Truffaut, Rivette, Bitsch, prevedevano la creazione di una cooperativa. E questo è stato possibile perché la moglie ereditò dalla nonna 32 milioni di franchi che Chabrol investì immediatamente in una società di produzione fondando
17 marzo 2008
La fille coupée en deux (Claude Chabrol, 2007)
Ogni tecnica rimanda a una metafisica (André Bazin)
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26 commenti:
Grazie Yusuf, ho ricambiato la visita. Anche il tuo un blog bellissimo^^
Questa importanza delle immagini continua ad incuriosirmi sempre di più, soprattutto da quanto ho cominciato a leggerti. Infatti sto cercando di armarmi di testi e saggi al riguardo ^^
Detto questo, il film non l'ho visto e nonostante avessi avvisato il lettore della presenza di eventuali spoiler, non ho resistito a non leggere ^^
Ale55andra
gran bel post, io sto ancora aspettando di poterlo vedere al cinema (dalle mie parti i film più belli arrivano sempre con mesi di ritardo)! dopotutto è chabrol e "devo" vederlo sul grande schermo!
Che film!Che film!
MrDavis
Come sempre un'ottima analisi, molto piacevole da leggere.
Mi vien da pensare di non aver capito bene il film, forse mi aspettavo qualcosa che in realtà non era (critica all'alta borghesia). Perchè se da un lato ho trovato ottimo il percorso di perdizione della ragazza e il non voler mostrare, ma solo suggerire gli eventi, dall'altro lato ho trovato superficiale l'aspetto di critica sociale.
Come dici te forse al film non interessava nemmeno questo aspetto. Aspetto di recuperare altri film di Charbrol per farmi un'idea più completa.
Ciao,
Lorenzo
@Ale55andra. Sì purtroppo quella dell'immagine è una mia mania. Secondo me anche l'immagine apparentemente più scontata e trasparente possiede una sua opacità, che mi incuriosisce e mi affascina. Ehm... per curiosità: hai già in mente (o possiedi) testi specifici sull'argomento?
@Monia. Capita anche da me. C'è un cinema a pochi km da dove abito che il mercoledì e il giovedì proietta (con mesi di ritardo) film considerati di "qualità". E Chabrol è tra questi.
@MrDavis. Concordo anche se Chabrol ha fatto di meglio.
@Lorenzo. Sono d’accordo sulla “blanda” critica alla società borghese. E il film non è certo tra i migliori di Chabrol. Inoltre tra i grandi registi “narrativi” della Nouvelle Vague gli preferisco Truffaut e Rohmer. Ma Chabrol a 78 anni dimostra ancora di saper fare cinema . In più (non voglio fare spoiler e starò sul vago) l’atto improvviso che dà una svolta alla storia non è una novità nei film di Chabrol. Ecco… ad esempio, riguardo al coup de theatre, “Stéphane, una moglie infedele” gli è anni luce avanti. Il film comunque mi è piaciuto (ma credo di aver capito che in parte sia risultato gradevole anche a te). A presto^^
Luciano, avevo in mente i testi di Deleuze, tu cosa mi suggerisci?
Ale55andra
@Ale55andra. I due testi di Deleuze, L'immagine-movimento e L'immagine-tempo sono due capisaldi di un nuovo modo di leggere il cinema inaugurato proprio dal grande filosofo. Soprattutto L'immagine-tempo è un libro molto interessante e ammetto che mi ha influenzato tantissimo (per non dire formato). Un testo difficile e ostico, ma vale la pena di leggerlo. Però il libro non si sofferma sull'immagine tout court ma è una riflessione sul cinema e sul rapporto tra spazio e tempo nel cinema. Nell'immagine-tempo Deleuze analizza il vuoto che si crea fra le immagini (non considerare queste mie frasi una sintesi del libro perché è impossibile riassumere un'opera tanto fondamentale). Un libro che invece studia prettamente l'immagine in sé è: Jacques Aumont, L'immagine, Lindau 2007.
Secondo me Gabrielle è un po' un Uno, nessuno e centomila, ma inconsciente, inconsapevole. Avrebbe tutte le caratteristiche per essere una insopportabile, eppure ci conquista con la sua innocenza. E Ludivine è perfetta per quel ruolo.
Grazie mille del consiglio Luciano, lo prendo per olo colato ^^
Ale55andra
Concordo con le tue parole. Chabrol fa un cinema molto simile a diversi suoi film del passato sia per situazione che per personaggi, continua (come hai giustamente detto) a graffiare mostrando i difetti e i vizi dell'alta borghesia.
A me colpisce molto però di come riesca a rendere attuali queste sue ossessioni pur avendole trattate già ampiamente (soprattutto per i rapporti interpersonali di cui hai parlato).
Un saluto
L'anonimo sopra ero io ^^
Ciao
adoro chabrol!
questo l'ho però perso, recupererò davanti al pc (anche se non è la stessa cosa...)
@Noodles. Ludivine senza dubbio bravissima. Gabrielle dà l'impressione di essere una donna sicura e forte, in realtà rimane "tagliata" dal meccanismo ambiguo del fuori campo (di tutto quello che succede e non può conoscere ma solo intuire). Sono d'accordo con le tue osservazioni.
@Ale55andra. Ti ringrazio, ma proprio oro colato... in effetti ci sono tanti testi interessanti (e vedo che ne conosci molti). Ti ho citato solo un testo tra tanti che mi sembra importante per chi voglia approfondire lo studio dell'immagine ^^
@Chimy. E' vero. Chabrol riesce sempre a rendere attuali le sue ossessioni. E credo perché è un vecchio "volpone" che conosce benissimo la tecnica e l'immagine. I suoi film sono così precisi e anche se spesso sono trasposizioni di romanzi riescono sempre a risultare narrazioni filmiche più che letterarie.
@Eh, sì. Non è la stessa cosa, ma sempre meglio che non vederlo.
@Claudio. Scusami. Il commento sopra era la risposta al tuo. Mi sono dimenticato di inserire il tuo nome.
Chabrol è un grande, questo suo ultimo film purtroppo l'ho lisciato. E quello che scrivi mi fa pentire non dico amaramente ma quasi. Tutti questi film che Chabrol ha girato sulla borghesia sono molto diversi tra di loro, come sono diversi i tanti film di Hitchcock in cui il protagonista è un uomo accusato ingiustamente di qualcosa o che viene scambiato per qualcun'altro.
@Roberto. In effetti apparentemente i film di Chabrol sembrano tutti lo stesso film, ma in realtà sono storie diverse e le forme cambiano (anche se forse ciò che accomuna i suoi film è la precisione formale e la minuziosa cura dei particolari).
Purtroppo non sono riuscito a vederlo: dalle mie parti è passato nelle sale alla velocità della luce, e in un periodo densissimo. Spero di recuperarlo, magari in DVD. Questa tua analisi, come sempre magistrale, lo impone.
A presto ;-)
@Pickpocket. Spero che tu possa vederlo quanto prima in modo da poter leggere una tua bellissima recensione.
A presto^^
siamo stati travolti dalla stessa immagine (la fille coupée en trois!)
ovviamente ho letto e riletto il tuo post, e come al solito ti faccio i miei complimenti!
@Honeyboy. Eh sì, siamo spesso in sintonia anche se, ovviamente, ognuno con le prorpie peculiari caratteristiche. Grazie, sei sempre molto gentile.
una prospettiva di lettura del film davvero interessante; anche se dissento nella valutazione positiva che emerge dalle tue parole; io ho amato molto poco questo film, mi sarei aspettato qualcosa di diverso e di più da chabrol.
@Mario. Sì, ricordo il tuo post (e il tuo voto così basso...). Comunque concordo che ci sono Chabrol migliori. Ecco (e l'ho già citato in un commento sopra) io accosterei questo film a "Stéphane, una moglie infedele" (un film del 1968). Naturalmente i due film sono differenti (a parte la critica all'ambiente borghese), ma secondo me quello del '68, come direbbe Barthes, "punge" di più.
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