9 agosto 2007

L'angelo sterminatore (Luis Buñuel, 1962)

Alcune persone dell'alta società, invitate ad un ricevimento in una sontuosa dimora in Calle de la Providencia (mentre i camerieri sono già fuggiti come da una nave che affonda), rimangono imprigionate per alcuni giorni nel salone pur avendo la facoltà di andarsene in qualsiasi momento. Ogni giorno che passa gli ospiti sono sempre più abbrutiti, si scapigliano, si picchiano, due innamorati si uccidono, un anziano signore muore d'infarto. Durante questi giorni ripetono innumerevoli volte i soliti gesti, pregano, parlano sottovoce, discutono. La sala è come una scatola magica ove tutto, se pur spostato e in movimento, è irrimediabilmente immobile. Nell'iterazione, nell'incessante ripetizione dei movimenti (degli attori e della macchina da presa) in fondo nulla deve essere mosso, perché la luce bianca sprigionata dalla tela simula un movimento che non c'è. La scatola magica deve riposizionarsi, ogni faccia del cubo di Rubik deve tornare di colore omogeneo. Quando la scatola magica si rimette in moto, quando dopo l'ennesimo spostamento, dopo l'ennesima frase pronunciata, gli invitati rimettono i mobili al loro posto e riprendono la stessa posizione cha avevano al momento di congedarsi dai loro ospiti, finalmente l'incantesimo svanisce, ogni cosa ritorna ad essere normale. Ma la morte ha mietuto le sue vittime: per tre invitati non ci sarà ritorno. Il film potrebbe essere considerato come la messa in scena della vita e dell'iterazione, della ripetizione dei soliti gesti, dei soliti sussurri: la messa in scena dell'immobilismo, allegoria di una classe sociale immobile (la borghesia) e del suo destino. Ma non andrebbe soltanto letto alla lettera, perché nell'Angelo sterminatore Buñuel fa coincidere il suo mondo con la messa in scena, senza rivelazioni, ricordandoci che è inutile ricercare la spiegazione di un mistero. Buñuel ha messo in scena l'orso solo perché gli piacevano gli orsi mentre le ripetizioni delle situazioni sono state inserite per allungare il film. Per Buñuel chiedere sempre una spiegazione è dovuto a secoli di cultura borghese e quando non si sa cosa spiegare si ricorre a Dio. Ma il film non finisce con la liberazione dei convitati: l'incantesimo adesso si ripropone in una chiesa e quando la messa è finita, quando il prete libera i fedeli dalla comunione con Dio, nessuno riesce ad uscire dal luogo sacro. Il film quindi non ha termine, riproponendo ancora una volta il dilemma del rapporto tra carne e spirito, diventando portatore del mistero dell'immagine cinematografica incarnata. L'angelo sterminatore è un corpo e come un corpo non è mai del tutto decifrabile, resiste all'interpretazione, resiste al linguaggio; tentare una spiegazione può solo intaccarne il suo più profondo senso. Non a caso l'immagine per antonomasia che definisce Buñuel potrebbe essere l'occhio tagliato nel Cane andaluso, mentre il suo luogo prediletto, il profilmico da lui più amato, potrebbe essere il castello (L'Âge d'or finisce in un castello). Buñuel colloca le sue cavie nel castello per studiarle, calando dall'alto situazioni "incomprensibili" solo per vederne le reazioni. Ciò che importa non è la scoperta di cosa il bisturi faccia emergere dal taglio, ciò che conta è partecipare, è sentire la consistenza di un corpo che si spezza, che scricchiola sotto i denti, proprio come l'ostia mangiata dal prete durante la messa nell'allegoria del corpo divorato.

13 commenti:

Christian ha detto...

Un grandissimo film, di un grandissimo regista!

Luciano ha detto...

Davanti a un film simile e a un regista simile non si può dire di più.

Anonimo ha detto...

Bunuel e il dadaismo....alice

Luciano ha detto...

@Alice. Ah... magnifico! Ne hai scritto sul tuo blog? Devo decidermi a passare dalle tue parti il prima possibile. Pardon.

Anonimo ha detto...

Oggi ho trattato di Bunuel il film " VIRIDIANA". merita.alice

Luciano ha detto...

@Alice. Sono passato e ho letto. Un post che onora degnamente il maestro^^

Ivan Fedorovic ha detto...

io da quando l'ho visto non entro più in chiesa....

Luciano ha detto...

@Ivan. Ho molto timore anch'io^^

P.S. (mi scuso per il ritardo)

Σκορπιός ha detto...

Ciao,
avendo aperto da poco un blog (principalmente) sul cinema ho iniziato a fare un pò di ricerche su internet e sono incappato nel tuo blog. È molto interessante, peccato che non lo aggiorni da un pò. Ti lascio il link alla mia recensione dell'angelo sterminatore, fammi sapere cosa ne pensi: qualsiasi consiglio è ben accetto. http://econonuovo.blogspot.it/2013/04/langelo-sterminatore.html

Luciano ha detto...

@Σκορπιός. Ho visitato il tuo blog e letto la tua bellissima recensione. Complimenti!

Σκορπιός ha detto...

Grazie ancora e, vista la tua assenza, bentornato! Aspetto di leggere i tuoi prossimi post, ciao!

Luciano ha detto...

@Σκορπιός. Grazie. A presto.

Anonimo ha detto...

...ho visto un film in cui dei viaggiatori su di un treno, incontravano un tizio che gli prevedeva il futuro, e quando sono arrivati alla fine del loro viaggio tutto si è avverato come gli era stato predetto...credo sia un film degli anni 50...sapresti dirmi il titolo