Pur avendo sentito dire di mirabolanti rappresentazioni magiche di immagini in movimento è la prima volta che ho l’occasione di assistere a uno spettacolo cinematografico del famoso illusionista Méliès. L’ansia del pubblico in sala è tangibile. Vedo allo stesso tempo il desiderio di farsi coinvolgere nel gioco e il timore per le cose straordinarie che saranno mostrate. Si inizia. Una féerie barocca. La prima stanza si apre sul consesso degli astronomi riuniti dal Professeur Barbenfouillis impegnato ad illustrare, disegnando sulla lavagna il percorso della navicella, il viaggio nella Luna; ma un astronomo in disparte si alza e raggiunge il decano per manifestare le proprie obiezioni. La scena corale è stupenda, sembra di essere trascinati nel XV secolo al cospetto di Nostradamus o ad Avalon. Suggestivo l’insieme della folla che si muove, il parapiglia, la fluidità dei movimenti. È come se gli eventi accadano davanti a i miei occhi. Potrei salutare il presidente-mago o camminare nella sala insieme agli astronomi o dialogare con le tre ragazze sedute davanti alla cattedra del decano. Bellissimo il momento in cui alcuni astronomi, tra cui Barbenfouillis, cambiano gli abiti portati dalle ragazze assistenti, spogliandosi dalle divise di scienziati-maghi e indossando quelle di scienziati-turisti. Il cambio di scena è sconvolgente, sembra di assistere ad una pièce che scivola fluida davanti a i miei occhi senza pause, sipari che si chiudono, intervalli alla buvette. Tutto è talmente veloce da far scorrere adrenalina nelle vene. Adesso siamo nell’officina dove si costruisce la capsula spaziale. Qui fervono i preparativi per la missione sulla Luna. Gli astronomi più che altro disturbano e vengono invitati a salire su una scala per…oh, incredibile! La scena cambia ancora, un’altra stanza e adesso si gode la vista dall’alto di una Parigi dipinta; rimango colpito in particolare dal fumo che esce dalle ciminiere e da quello prodotto dalla fusione dell’acciaio che cola nel bacino sottostante; vedo le nebbie che si formano istantaneamente davanti ai miei occhi. Il mio animo riesce a percepire il senso stesso della creazione e della tecnologia forgiata dall’uomo adesso in grado di imbrigliare la natura. Tutto accade talmente in fretta da convincermi di essere in grado di dominare gli eventi e di poter controllare l’assetto delle cose. Ma non è finita, ci siamo! L’avventura inizia. La cosa che mi affascina di più è il miracolo che si forma continuamente davanti ai miei occhi, l’avanspettacolo è iniziato con le ballerine del corpo di ballo dello Châtelet che ci salutano sventolando il cappello dopo che i viaggiatori hanno ringraziato il pubblico… eh… un’altra stanza ancora. La lunghezza del cannone è incredibile … e sta puntando la Luna, alta nel cielo. Appena un artificiere attiva l’innesco e le ballerine stanno allineate accanto al cannone … ancora una incredibile repentina trasformazione! La luna si avvicina… e.. adesso… Ma questa è magia! È il volto di un uomo! Signori, questo non è più teatro! Méliès è riuscito ad incantarci con questa nuova tecnica che riesce a farci cavalcare l’onda del tempo! Adesso una discrepanza temporale, il paesaggio lunare, l’arrivo della navicella, gli scienziati che escono e… ancora magia... la navicella sparisce. L’emozione è troppo intensa. No, non riesco proprio a seguire questi caleidoscopici movimenti di oggetti, apparizioni, sparizioni. Non avevo ancora visto dall’esterno il sorgere del nostro meraviglioso pianeta… poi il fumo, le fiamme, gli scienziati si addormentano mentre compaiono nel cielo astri, pianeti con facce umane e due donne abbracciate con una stella in mano e un’altra gradevole fanciulla seduta su una falce di pianeta come su un’altalena. Qui l’arte nuova, questo “stile floreale”, che domina il nostro nuovo secolo, si mostra in tutta la sua luminosità: è la creazione di un quadro, la pittura che si forma direttamente davanti ai miei occhi! Ancora un altro cambio di scena. L’interno della Luna e l’ombrello di Barbenfouillis che si trasforma in fungo e cresce! Arriva un selvaggio, un selenita che si muove come un acrobata, salta, fa capriole. Barbenfouillis lo colpisce e… incredibile, il selenita scompare in una nube di fumo! Ne arrivano altri. Gli astronomi vengono catturati. La corte dei seleniti è bellissima, somiglia all’interno di una moschea, oppure ricorda un luogo di meraviglie, una sorta di Alhambra; vedo le stelle dell’Orsa (sempre le ballerine) che stanno intorno al re, ma Barbenfouillis prende il re come fosse un manichino (e forse lo è ma non riesco a capire come abbia fatto Méliès a trasformare il re in un mucchio di stoffa) poi lo sbatte a terra facendolo svanire in una nuvola di fumo. A questo punto gli astronomi fuggono: ancora un cambio di scena con seleniti che vengono colpiti e svaniscono non prima di avere fatto mirabolanti capriole (a proposito: bravissimi gli Acrobati delle Folies-Bergère) e ancora un’altra scena: la capsula sull’orlo di un precipizio, gli scienziati che entrano nella navicella. Il presidente non è riuscito a entrare. Riuscirà a salvarsi? Eccolo però che si aggrappa alla fune attaccata alla navicella, un selenita li raggiunge e salta sulla poppa della nave. Poi precipitano… nell’abisso del cielo fin sulla Terra. Ancora: l’entrata in mare della capsula, la visione del fondale marino, l’arrivo al porto di una nave che trascina la capsula. Un'altra “stanza”: l’accoglienza trionfale con la fanfara, le ballerine, gli scienziati che vengono incoronati. Infine una statua viene inaugurata per celebrare l’impresa degli eroi e inizia il girotondo delle ballerine. Che dire. Non avevo mai assistito a tanti avvenimenti, immagini, magie, tutti concentrati in così pochi minuti. Capacità di meravigliare e stupire con la sintesi. Méliès è riuscito a imbrigliare il tempo e lo spazio!
2 commenti:
gli occhi dello spettatore del primo film!
@Francesco. Eh! Magari potere provare le stesse emozioni dei primi spettatori ;)
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