È difficile rendere l’idea di un viaggio se non vi sono luoghi da visitare: un viaggio alla ricerca di qualcuno che non è mai presente al nostro sguardo. Documentare attraverso il ricordo degli altri senza mostrare gli oggetti, i luoghi, la città in cui ha vissuto. Documentare un viaggio alla ricerca di un uomo tramite quello che documentava.
Tokyo-ga: un documentario che racconta di un viaggio alla ricerca di Ozu, dove un mondo che non c’è più cede il passo al mondo attuale: il traffico, le vetrine, i giocatori di Pachinko, i monitor tv negli alberghi. Ciò che non esiste più (Ozu, il Giappone di una volta) viene mostrato attraverso ciò che rimane (oggetti, amici, città). Si tratta di mostrare l’inesistente attraverso l’esistente per scoprire che ciò che non esiste si opacizza nascondendo il mostrato stesso. Il mondo di Ozu, il fascino del passato che ha raccontato, è finito. E ciò che è stato risorge nei ricordi di Chishu Ryu (attore preferito di Ozu) e dell’operatore Yuharu Astuta che non ha più voluto lavorare con altri registi dopo la morte di Ozu. Nel Giappone tecnologico del dopo Ozu non c’è niente da raccontare. C’è soltanto il traffico, c'è la città, ci sono i giochi dei giapponesi, il mondo. Il cinema moderno può riflettere soltanto su se stesso e sull’impossibilità di raccontare, mentre lo sguardo di Ozu era capace di dare ordine in un mondo sempre più confuso. Adesso regna il vuoto. «Una tale rappresentazione della realtà, una tale arte non esistono più nel Cinema. Lo erano un tempo. Attualmente regna Mu, il Vuoto», ci racconta Wenders, commentando la visita al cimitero dov'è sepolto Ozu. La realtà invece non si può raccontare. Ognuno apprende da sé ciò che significa la percezione della realtà. «La realtà. Non c’è nozione più inutile e vuota nel contesto del Cinema».
Tokyo-ga: un documentario che racconta di un viaggio alla ricerca di Ozu, dove un mondo che non c’è più cede il passo al mondo attuale: il traffico, le vetrine, i giocatori di Pachinko, i monitor tv negli alberghi. Ciò che non esiste più (Ozu, il Giappone di una volta) viene mostrato attraverso ciò che rimane (oggetti, amici, città). Si tratta di mostrare l’inesistente attraverso l’esistente per scoprire che ciò che non esiste si opacizza nascondendo il mostrato stesso. Il mondo di Ozu, il fascino del passato che ha raccontato, è finito. E ciò che è stato risorge nei ricordi di Chishu Ryu (attore preferito di Ozu) e dell’operatore Yuharu Astuta che non ha più voluto lavorare con altri registi dopo la morte di Ozu. Nel Giappone tecnologico del dopo Ozu non c’è niente da raccontare. C’è soltanto il traffico, c'è la città, ci sono i giochi dei giapponesi, il mondo. Il cinema moderno può riflettere soltanto su se stesso e sull’impossibilità di raccontare, mentre lo sguardo di Ozu era capace di dare ordine in un mondo sempre più confuso. Adesso regna il vuoto. «Una tale rappresentazione della realtà, una tale arte non esistono più nel Cinema. Lo erano un tempo. Attualmente regna Mu, il Vuoto», ci racconta Wenders, commentando la visita al cimitero dov'è sepolto Ozu. La realtà invece non si può raccontare. Ognuno apprende da sé ciò che significa la percezione della realtà. «La realtà. Non c’è nozione più inutile e vuota nel contesto del Cinema».
4 commenti:
Gran bel documentario, con Wenders che si perde dietro il tema, a lui caro, della riproduzione delle immagini. Non a caso una delle parti più interessanti è quella del laboratorio che fabbrica i "fac simile" dei piatti esposti nei ristoranti. Curiose anche le apparizioni di Herzog e di Chris Marker.
Ho visto che mi hai linkato: grazie! Vedrò di contraccambiare... Anche se hai cominciato il tuo blog da poco, mi sembra di condividere i tuoi gusti, almeno a giudicare dai primi titoli e registi che hai recensito. Ti farò visita qualche volta!
Ciao
Caro Christian, sono felice di condividere con te la stessa positiva opinione su Tokyo-Ga. Anche se non ho ancora lasciato commenti, frequento comunque il tuo interessante blog. Grazie per avermi linkato.
A presto
Condivido tutto quello che hai scritto...per me questo "Tokio Ga" rientra proprio tra i Wenders migliori, assolutamente. Ora attendo con curiosità estrema il prossimo film del buon Wim, finito di girare la settimana scorsa a...Palermo! ciao!
@Pickpocket. Grazie per aver letto il post. Come appunto hai notato siamo perfettamente in sintonia. Allora attendo con ansia di vedere il suo ultimo film. Ciao.
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