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3 aprile 2009

Acqua in bocca

Riprendo pari pari dal blog del carissimo Conte Nebbia e volentieri riporto:

"H2O ACQUA IN BOCCA: VI ABBIAMO VENDUTO L'ACQUA di Rosaria Ruffini
Mentre nel paese imperversano discussioni sull' eutanasia, grembiulino a scuola, guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca. FATE GIRARE : METTETENE A CONOSCENZA PIU' GENTE CHE POTETE."
Aggiungo che secondo me questa "tendenza" a privatizzare l'acqua è ormai in corso da molti anni e coinvolge quasi tutti i comuni italiani, purtroppo.

12 aprile 2008

"Tutti insieme appassionatamente"

Scusandomi per il ritardo mi unisco agli amici Contenebbia, Parachimy, Ale55andra e Cinedrome (e mi scuso per gli altri che non ho citato) per proporre questo video ripreso da youtube (ringrazio Ale55andra per l’idea) in cui si nota come la “realtà” possa essere facilmente manipolata e strumentalizzata dai media sempre ad esclusivo vantaggio di chi detiene il potere (quello vero, quello dei media). Pensiamo bene a ciò che stiamo per fare.

1 febbraio 2008

Perché non vendete carne in scatola?


È superfluo segnalare che vengono distribuite pochissime copie di troppi film con il risultato che spesso, soprattutto per chi abita in provincia, è difficoltoso trovare un cinema che abbia una programmazione degna di un paese civile. Lo sapete meglio di me: i film in questione sono quasi sempre i migliori o per lo meno sono proprio quei film che meritano di essere proiettati a un pubblico di appassionati. Inutile dire, come asseriscono molti, che il tal film non può essere proiettato troppo a lungo in un grande cinema o in una sala di provincia, perché non fa cassa. Inutile arrovellarsi nello spiegare che sono pochi i film che possono permettersi due o tre settimane di programmazione, e che devono essere distribuiti, che so, in cinquecento sale contemporaneamente. Non credo al caso, ma alla politica. Credo che non c’entrino niente l’incasso o il mercato, perché se un distributore decide di non far uscire un film, nessuno potrà mai sapere quanto sarebbe piaciuto. Credo che dietro ci siano scelte politiche. Sono convinto che se Tideland fosse stato distribuito in cento sale, anziché in tre o quattro, sarebbe stato visto da molte persone. Ho visto “Eastern Promises” giovedì 3 gennaio con inizio dello spettacolo alle ore 22, sono andato a dormire (12 chilometri di strada e il tempo necessario per prepararsi) alle due di notte e la mattina mi sono alzato alle cinque e trenta per andare a lavorare. Un mio amico mi ha detto: chi te l’ha fatto fare? Ho perso tanti, troppi film, perché da me non arriva quasi niente o arriva dopo mesi. Guardate la programmazione del cinema Garibaldi di Poggibonsi (colgo l’occasione di ringraziarli perché immagino avranno fatto i salti mortali per avere le pellicole): 20 e 21 febbraio proiezione di “Due giorni a Parigi” mentre il 14-15 febbraio tocca a “Paranoid Park” (spettacolo il giovedì alle 21). Questi film fantasma non vengono distribuiti e i titoli originali vengono stravolti secondo me per una semplice ragione: potrebbero piacere a troppe persone, e dovrebbero poi farli circolare in molte sale, ma questo accadrebbe a scapito dei film già confezionati per incassare. Un film nasce già con il suo destino scritto nei contratti dei distributori. Allora dico: cari signori, sconvolgere un titolo (ad esempio “There Will Be Blood” di Paul Thomas Anderson è diventato “Il petroliere”) significa agire arbitrariamente sul testo (attraverso il peritesto) significa toccare e danneggiare un’opera d’arte: è come se un giorno qualche signore si facesse venire l’idea di scolpire delle mutande posticce da piazzare sulle parti intime del David di Michelangelo. I cinefili sono stanchi di questa situazione. Se volete fare soldi facilmente smettete di distribuire film e cominciate a produrre carne in scatola (mi raccomando, in tal caso, rispettate le normative europee sulla freschezza dei prodotti).