3 luglio 2008

Via col vento. I protagonisti: David O. Selznick.

Annie Laurie Williams, agente di Margaret Mitchell (autrice di Via col Vento), dopo numerosi rifiuti da parte delle più famose case di produzione cinematografiche di Hollywood (Metro-Goldwyn-Mayer, Warner Brothers, RKO), propose il libro all’attenzione della Selznick International Pictures, la casa di produzione fondata da Selznick appena un anno prima, nel 1935. Selznick indugiò per vari motivi, in primis per la difficoltà di trovare una diva che potesse sostenere la parte di Rossella O’Hara. Questa consapevolezza era stata uno dei motivi del rifiuto di Pandro Berman (produttore RKO) il quale non riteneva Katharine Hepburne (la diva più importante di questa casa di produzione) adatta alla parte. La Hepburn invece, letto il romanzo, si vedeva già addosso i vestiti dell’eroina di Via col vento. Selznick indugiò non poco, ma, poiché il libro vendeva bene e il suo amministratore delegato era quasi intenzionato a comprare a suo nome i diritti del romanzo, decise di offrire 50.000 dollari quasi pentendosi per una somma che allora era considerata cospicua. In seguito Selznick telefonò a Louella Parsons, titolare all’epoca di una famosa rubrica sul New York American. Nei suoi articoli, letti da milioni di americani, un giorno si divertiva a esaltare un’attrice e l’altro a denigrare attori famosi rei di non averla ad esempio invitata alle nozze. Louella era diventata il braccio destro del magnate William Randolph Hearst (proprietario del quotidiano) ed era sua ospite fissa nel suo yacth. L’articolo di Louella contribuì non poco al propagarsi della notizia, perché la sua rubrica veniva pubblicata contemporaneamente da 400 quotidiani e innumerevoli settimanali. La versione della notizia voluta da Selznick portava a conoscenza che Via col vento era stato comprato per 65.000 dollari “superando le offerte aspramente concorrenziali delle maggiori case di produzione: Davide aveva sferrato un colpo mortale ai Golia degli studios” (1) . In seguito Selznick salpò con la moglie per le Hawaii leggendosi il libro e convincendosi che la parte di Rhett Butler doveva essere di Clark Gable, anche se per il momento voleva evitare questa soluzione. Al contrario non aveva in mente chi avrebbe potuto vestire i panni di Rossella O’Hara. “La distribuzione della parti principali divenne un argomento di conversazione in tutto il paese (“uno sport per le cene”, come diceva Louella Parsons)” (2). Il vicepresidente responsabile della Selznick International Pictures, dopo aver letto Via col vento, si spaventò per gli enormi costi che avrebbero potuto mandare in fallimento la casa di produzione stessa; così convinse il riluttante Selznick a vendere i diritti del romanzo. Ma la MGM, la Paramount e altri studios rifiutarono e Selznick dovette rassegnarsi a formare l’equipe per la produzione del film senza limiti di spese: lui voleva sempre il meglio. Assunse così George Cukor, suo amico e regista preferito, noto a Hollywood come “regista di donne”, perché in grado di dirigere con abilità e intelligenza le “difficili” dive hollywoodiane dell’epoca. Poi fu ingaggiato Walter Plunkett, famoso per i suoi bozzetti di costumi di film storici. Nell’autunno del 1936 toccò a William Cameron Menzies che venne incaricato di redigere un copione del romanzo completo di schizzi, posizioni di macchina, illuminazione. Venne contattata anche Margarett Mitchell (l’autrice del romanzo), ma rifiutò di partecipare sotto qualsiasi veste alla produzione del film. A Natale del 1936 Selznick affermava genericamente che le riprese sarebbero iniziate nella primavera dell’anno seguente. Le sue segretarie cominciarono a scomporre il libro creando un’infinità di elenchi che classificavano ogni più piccolo aspetto del romanzo. Ad esempio Selznick inviò Walter Plunkett ad Atlanta per fare ricerche sui costumi e chiedere alla Mitchell consigli su una maggiore varietà cromatica del guardaroba di Rossella, in quanto l’eroina nel romanzo sembrava sempre vestita di verde. Per cucire i costumi venne creata una piccola fabbrica negli studi Selznick completa di sarte, modiste, calzolai, tessitori, fabbri, e persino un’anziana donna che sapeva fabbricare busti prebellici. Nel frattempo, scaduto a Plunkett il contratto di 15 settimane, Selznick gli fece sapere che avrebbe potuto lavorare gratis per il resto della produzione del film, perché molti, pur di aver l’onore di partecipare alla lavorazione di Via col vento, avrebbero prestato grauitamente la loro opera. Ma il costumista rifiutò. Selznick allora si rivolse ad altri costumisti hollywoodiani chiedendo loro di inviare bozzetti per i costumi del film nel caso fossero interessati a succedere a Plunkett. Una volta arrivati i bozzetti, Selznick convocò Plunkett informandolo, dopo avergli mostrato i bozzetti pervenuti, che gli avrebbe prorogato il contratto a 400 dollari la settimana, invece dei 600 pagati in origine. Indeciso sul cast mandò centinaia di biglietti ai gruppi dell’Associazione genitori e insegnanti di tutta l’America invitandoli a indicare il nome dei candidati per i ruoli principali: per il ruolo di Rossella O’Hara venne scelta Bette Davis seguita da Katharine Hepburn, Tallulah Bankhead e altre attrici; per la parte di Rhett Butler vennero scelti Clark Gable e Ronald Colman. Siccome Bette Davis era sotto contratto, Selznick si rivolse a Jack Warner per sapere se era disposto a prestargli la famosa attrice. Warner accettò proponendo di fornire una parte del finanziamento, più Bette Davis, più Errol Flynn, in cambio del 25 per cento dell’incasso lordo. Un’offerta simile era allettante, ma Selznick non vedeva bene Errol Flynn nei panni dell’interprete principale di Via col vento. E la stessa Bette Davis, ansiosa di interpretare Rossella O’Hara, non intendeva recitare accanto ad Errol Flynn. Era disposta persino a rifiutare la parte pur di non vedere Flynn nel ruolo di Rhett Butler. Ma Warner non aveva intenzione di cambiare la sua offerta “collettiva”. Così le trattative si bloccarono e Bette Davis finì con l’interpretare un’altra storia sudista: “La figlia del vento” di William Wyler. Tallulah Bankhead era dell’Alabama, nipote di un eroe della guerra di secessione, un’attrice di teatro diventata famosa a Broadway e Londra imponendosi per il suo temperamento energico e pittoresco. Però Tallulah non era mai riuscita ad adattarsi al cinema per via del suo caratterino. Anzi, “il suo esibizionismo (alle feste, finiva spesso seduta al piano senza niente addosso), la sua coazione ad affermare la propria sessualità nella maniera più clamorosa, le sue escursioni nel lesbismo, la sua tendenza a bere, fiutare, inghiottire o fumare qualunque cosa che le desse l’impressione di liberarsi della sua eterna nevrosi […] facevano di lei una specie di patata bollente […]” (3). Selznick propose a Tallulah un provino e l’attrice, letto il romanzo, si convinse di essere l’ideale protagonista per via del suo temperamento capace di cogliere l’atmosfera del sud. Arrivò a Hollywood il 20 dicembre 1938, Selznick andò a prenderla alla stazione di Los Angeles. Tallulah si presentò in pantaloni e visone, con i capelli fulvi e in disordine. Sulla rubrica di Louella apparve in un paragrafo la notizia che la candidatura di Tallulah non era gradita. Tallulah fece un provino in technicolor, composto di tre scene ricavate dal libro, perché Selznick stava ancora trattando con il commediografo Sidney Howard per la sceneggiatura. “Tallulah Bankhead fu la prima ad affrontare un provino per la parte di Rossella O’Hara” (4). Sembrava l’deale per la parte di Rossella matura, ma Selznick non la vedeva bene nella parte della giovane O’Hara. Nel sud intanto partì una campagna per sostenere la sua candidatura. Giornali sudisti elogiavano le sue doti, la Commissione per i servizi pubblici dell’Alabama approvò una mozione favorevole a Tallulah, mentre la Sezione della Lega delle scrittrici dell’Alabama mandò un telegramma di sostegno.

Il materiale per questo modesto riassunto è stato quasi interamente ricavato dal libro di Roland Flamini. Ringrazio l'autore per il bellissimo libro.

(1) Roland Flamini, Splendori e miserie di Via col vento, Il formichiere, Milano, 1979, p. 13
(2) cit., p. 14.
(3) cit., p. 36.
(4) cit., p. 38.

12 commenti:

Ale55andra ha detto...

Che fantastici ed interessantissimi "dietro le quinte". Storie che pochi conoscono, ma che sono davvero avvincenti. Grazie Luciano ^^

Luciano ha detto...

Ale55andra. Ero indeciso se pubbicare o meno post di questo genere (banali riassunti). Infatti ognuno può leggere storie più avvincenti su qualsiasi storia del cinema, ma dopo molti mesi ho pensato che in fondo, anche sbagliando, è giusto pubblicare ciò che ci piace pubblicare. Grazie a te^^

Valentina Ariete ha detto...

Ho letto sul tuo profilo splinder che ieri era il tuo compleanno: AUGURI anche se in ritardo!

:-)

Roberto Junior Fusco ha detto...

Questi post così piacciono anche a me: qualche tempo fa ne ho pubblicato uno sui quarant'anni di 2001: Odissea nello spazio, non so se ti ricordi.
Auguri per ieri.

Luciano ha detto...

@Valentina. Troppo gentile, ti ringrazio, anche se è passato un mese ;-) Comunque un gradito pensiero. Ciao^^

Luciano ha detto...

@Roberto. Ricordavo il tuo post, ma sono andato a rileggerlo perché non ne rammentavo i particolari. Un ottimo post su uno dei più grandi film di tutti i tempi. A presto^^

Valentina Ariete ha detto...

Oddio che rimbambita...
Non so perchè ma ero sicurissima di aver letto luglio!

Vabbè meglio tardi che mai...

Luciano ha detto...

@Valentina. I tuoi auguri sono stati molto graditi. A presto^^

Anonimo ha detto...

...per non parlare del turnover di sceneggiatori e registi! :)

Un libricino interessante su questo film è della Lindau, scritto da Paola Cristalli...ma probabilmente lo conosci già :)

Buona giornata!

Luciano ha detto...

@Bruna. Conosco il libro ma non lo possiedo purtroppo e in questo momento mi sarebbe servito molto. Quando si tratta di questo film le fonti non sono mai sufficienti.
A presto e grazie per la visita!

cinemaleo ha detto...

Sempre in testa agli incassi il film che meglio rappresenta la potenza e la grandezza di Hollywood. Per molti "il film per eccellenza". Giustamente Paolo Mereghetti nel suo Dizionario scrive: "La storia d'amore più famosa del cinema... Un film-fiume indimenticabile, un vero e proprio monumento hollywoodiano".

Spettacolo e narrazione sono le due componenti essenziali del cinema americano. Ebbene uno dei motivi che spiega il successo ininterrotto di "Via col vento" ( il suo essere continuamente visto senza stancare) è il saper unificare in modo mirabile questi due aspetti caratteristici del cinema statunitense.
Come separare le numerose sequenze d’azione di grande spettacolarità che colpiscono la nostra attenzione dalle emozioni che ci procura la romantica e tormentata storia d'amore fra l'affascinante Rhett e la solare e caparbia Rossella?

Luciano ha detto...

@Cinemaleo. Grande cinema classico. Un'epopea che il film riesce a restituire mirabilmente. Come scrivi, questa storia romantica suscita grandi emozioni, ancora dopo settanta anni.