13 ottobre 2007

Che cosa sono le nuvole? (Pier Paolo Pasolini, 1967)

Nell’incipit del cortometraggio il manifesto dell’opera che viene rappresentata “oggi” è il famoso quadro di Velázquez, Las Meninas. Evidentemente Pasolini intende anticipare quale sarà la rappresentazione. Va in scena l’Otello, ma vanno in scena anche le marionette con il loro incredibile pathos che si sprigiona, nonostante l’archetipo della caratterizzazione, dagli espressivi volti deformati dal ghigno indelebile del legno controllato dai fili del burattinaio. La rappresentazione della tragedia, sintetizzata in modo da rientrare nei venti minuti del film, si svolge in un teatrino cubico, molto rozzo e scarno; infatti la platea è una scatola dalle pareti grigie e grezze prive di finestre e senza nessun arredo. Nonostante la sintesi gli attori-marionette recitano la loro parte seguendo un copione che viene rispettato fino a quando un pubblico incolto, indispettito dalla perfidia di Jago e dalla dabbenaggine di Otello, irrompe sul palco, impedendo al Moro di uccidere Desdemona. Il pubblico determina il successo di uno o dell’altro personaggio, portando in trionfo Desdemona e danneggiando le due marionette dai caratteri opposti: Jago e Otello. Scegliendo Las Meninas come locandina della rappresentazione, Pasolini ci invita ad entrare dentro il quadro, mostrandoci il doppio livello della messa in scena: da una parte la tragedia rappresentata dai pupi/personaggi, dall’altra la prospettiva ingannevole di un pubblico collocato all’interno del cubo, con la visione frontale, quella canonica della prospettiva con un unico punto di fuga: è la visione classica secondo la quale lo "spettatore" sarebbe solo osservatore falsamente privilegiato, la visione che simula l'errata convinzione di poter controllare gli oggetti e i significati. Ma in realtà il pubblico non può vedere, né percepire i dialoghi e i caratteri dei pupi/attori, non può entrare nelle pieghe recondite, in quelle sfumature segrete e "irrazionali" del senso, non può calarsi nell'abisso della rappresentazione che si svolge comunque e sempre anche oltre l'immaginario e rassicurante punto di fuga. Ma non c'è sicurezza. La visione dalla scatola chiusa della platea, grezza e univoca non è sufficiente per scrostare i colori appariscenti e deformanti dell’ovvio (il verde elettrico del volto di Jago e il nero di Otello). Da questo punto di vista non si "vede" l'origine dell'immagine poiché il pubblico “interno”, metafora del nostro ingresso di spettatori distratti e immedesimati per quasi tutto il film con il punto di vista "frontale", vede il quadro dal dietro. È come se Pasolini ci invitasse a guardare il film come si guarda Las Meninas. Trovare la “verità” dell’inganno. Infatti sulla "parte frontale del quadro", nella visione aperta da un "controcampo" che annulla l'ovvia visione centrale, scopriamo Otello che non si rende conto del motivo per cui Jago, tanto gentile fuori scena, diventa tanto perfido in scena: Otello si chiede perché anche lui si faccia “così schifo” e “perché dobbiamo essere così diversi da come ci crediamo?”. Gli risponderà Totò (non Jago): “Eh…figlio mio. Noi siamo in un sogno dentro un sogno”. Pasolini ci ha indicato l’ingresso in Las Meninas. Il lato nascosto dal quadro, ciò che nessuno “vedeva” o voleva vedere, è il mondo, qui rappresentato da una discarica abusiva dove vengono portate le due marionette danneggiate. Scivolando lungo la cascata dei rifiuti, osservano un cielo con le nuvole di una bella giornata. Fuori dal “cubo”, non più marionette, ma essenze del mondo. A questo punto le pieghe del senso, che nascondevano la verità con i significati inessenziali (privi di essenza) adesso si sono dispiegate aprendosi ai segni sprigionati dalla natura. “Iiih! E che so' quelle? “ dice Otello. E Jago: Quelle sono... sono le nuvole... “ E che so' ste nuvole? “ risponde Otello. “Mah!” fa Jago mostrando anche lui di non conoscere altri che il suo teatrino. “Quanto so' belle, quanto so' belle... quanto so' belle... “ afferma Otello. E Jago: “ Ah, straziante meravigliosa bellezza del creato!”. Poesia.

35 commenti:

domenico ha detto...

qui mi metti davanti alla mia ignoranza
ammetto con vergogna di non aver mai bazzicato territori pasoliniani
mi allontano mestamente a capo chino
i complimenti ormai, veramente, sono sottointesi!

Deneil ha detto...

bell'analisi davvero e se consideri che il corso che ti dicevo di semiotica l'altro giorno si è svolto per 3 ore su di una copertina di un giornale che inquadrava un uomo che guardava un quadro all capirai che tutto ciò risulta ancora più interessante!Io ho appena recensito il filmdocumentario di dicaprio presentato in anteprima in italia al filmambiente di torino e ne son rimasto decisamente sconvolto...

Luciano ha detto...

@Honeyboy. Nessuna ignoranza, ci mancherebbe! Il fatto è che non possiamo stare dietro a tutto. Sono molti i registi che non conosco o conosco poco. Non c'è niente di male. Grazie per la visita. A presto.

@ Deneil. Che invidia! Quanto avrei voluto essere presente al tuo corso! Ho visto da poco la tua splendida recensione su Di Caprio e condivido la tua sofferenza per l'ambiente. Ho partecipato a molte manifestazioni e ho solidarizzato con molti comitati che cercano di impedire la distruzione del territorio (a Firenze stanno distruggendo la città per un'inutile tramvia). Ogni giorno ci tolgono un pezzo di vita. Grazie e a presto.

Edo ha detto...

Questo corto è davvero pura poesia. Ma non mi ricordavo del dipinto che si vede all'inizio neppure quando ho letto il tuo post precedente. Così diventa ancora più interessante, lo riguarderò volentieri!

Luciano ha detto...

Infatti Las Meninas impressionò molto anche Pasolini e se ne nota l'influenza sulla sua opera teatrale Calderòn. Un dipinto, Las Meninas, che non finisce mai di sorprendere. Grazie Edo, a presto.

chimy ha detto...

Anche questo devo recuperarlo...

Luciano ha detto...

Sì, è un corto interessante ed è anche facilmente reperibile...
Grazie Chimy. A presto.

Anonimo ha detto...

Luciano, mi complimento davvero per la tua analisi. Vidi tempo fa questo corto, una notte su rete quattro, assonnato e con poca attenzione. Nonostante io ami particolarmente Pasolini non apprezzai molto questo film, anche e soprattutto per un'attenzione obiettivamente troppo bassa. Leggendo le tue parole l'ho però rivalutato molto, e lo riguarderò a breve.
Grazie davvero.
Saluti.
Para

Luciano ha detto...

Ti ringrazio Para per le belle parole. Magari, quando l'hai rivisto, fammi sapere che ne pensi e se ci sono punti deboli che non ti hanno convinto. Grazie e a presto.

Anonimo ha detto...

vera poesia, uno jago e un otello fantastici. non amo particolarmente ninetto davoli, ma qui ci sta a pennello anche lui. sempre fantastico totò

Luciano ha detto...

Sono d'accordo. Un corto da non perdere. Pasolini era in grado di trasformare chiunque in un grande attore, anche se il cast del film è di un ottimo livello.

Anonimo ha detto...

E non è un caso che Pasolini scelga Totò: lui, il burattino così amato dal pubblico - adoperato però qui in tutt'altra veste - m'è sempre sembrato una specie di cavallo di Troia per traghettare il pubblico dentro lo spettacolo (teatrale, filmico, dentro la Finzione) e veicolare al meglio il senso del micro-film. Totò raccoglie empatia, inevitabilmente, e permette un'identificazione anche con la parte verde del personaggio, specie quando alla fine la condanna inflitta dal pubblico lo relega in una discarica, a fissare le nuvole. Perdente sì, ma anche primigenio puro che "scopre" le nuvole, come un Ciaula pirandelliano.

p.s. complimenti per il blog e per le recensioni. Tutte interessantissime. :)

Luciano ha detto...

Grazie Noodles. Anch'io devo complimentarmi per il tuo commento e per la citazione della novella di Pirandello "Ciaula scopre la luna". La tua è un'osservazione molto interessante e degna di approfondimenti. A presto.

Anonimo ha detto...

Grazie per aver ricordato questa perla. Puro cinema in forma di poesia: credo, ma forse sbaglio, che sia il più bel dono che Pasolini abbia fatto al cinema!

Luciano ha detto...

Sono d’accordo. Infatti è l’opera di Pasolini che mi ha impressionato di più per via del potere evocativo della polisemia di immagini e parole. Grazie per la visita Conte. Per me è un onore. A presto.

FiliÞþØ ha detto...

MI hai incuriosito e non poco, bravissimo come sempre!^^
Questo lo devo assolutamente vedere...e poi c'è Totò, io lo adoro...
Ciao

Luciano ha detto...

Se ti piace Totò, allora sicuramente ti divertirai assai a vederlo recitare in un film di Pasolini. Grazie Filippo. A presto.

FiliÞþØ ha detto...

se mi piace totò?
Ho tutta la sua filmografia...passione trasmessa da mio padre...^^
Di collaborazioni con pasolini ho visto solo Uccellacci e uccellini...ho una mezza intenzione di postarlo...se mi capita di rivederlo non mancherò di sicuro!
Ciao Buon fine settimana!

Luciano ha detto...

Allora attendo la pubblicazione del post su Uccellacci e uccellini. Attenderò con ansia, anche perché sei praticamente un esperto di Totò. ("L'hai aperta la parente?... Sì... Allora chiudila" Da Totò e la malafemmina) Questa è una gag indimenticabile. A presto Filippo e grazie.

P.S. Ho visto sul tuo blog un nuovo interessante post. Adesso devo uscire, ma appena rientrato lo leggerò con calma. Ciao.

Anonimo ha detto...

Ogni volta che vedo questo piccolo (solo per la durata) capolavoro sono sopraffatto dall'emozione della bellezza. Splendido. E la tua recensione/analisi è magistrale come al solito. Cari saluti, a presto

Luciano ha detto...

Grazie Pickpocket, come sempre troppo gentile. In effetti il film è un capolavoro proprio perché ogni volta, come sostieni anche tu, ci sentiamo sopraffatti dalla sua "straziante bellezza". Un caro saluto. A presto.

Anonimo ha detto...

mi sono avvicinata a questo episodio per caso, sto infatti facendo una tesi sull'otello cinematografico...non mi era mai capitato di vedere un film del Grande Pasolini..ma credo che da ora in poi diventerò una sua fan..
davvero bello

Luciano ha detto...

E vedrai che ne rimarrai entusista. La sua è una filmografia di tutto rispetto comprendente anche alcuni capolavori. Di Pasolini ti consiglio un altro corto bellissimo: La ricotta. Grazie per la visita. A presto.

Anonimo ha detto...

Aggiungerei solo una citazione d'obbligo alla bellissima canzone interpretata da un fantastico Modugno.

Luciano ha detto...

Valter. Senza dubbio. Una bellissima canzone (cantata da un interprete indimenticabile)che secondo me rimane sul confine tra l'essere musica diegetica ed extradiegetica. Splendida!

Grazie per la visita^^

Assurdinaa ha detto...

Hai fatto bene a ricordare questa perla. Quando lo vidi per la prima volta quasi mi misi a piangere per la bellezza che emana!
Una delle tante frasi che ricordo è "Che cos'è la verità? Quella che dici tu, quella che penso io o quella che pensa quello là lì dentro?" chiede Otello a Iago "La verità è dentro di te, concentrati bene", "si, è vero, si sente qualcosa che c'è", "quella è la verità! Ma shhhhh non nominarla, perchè appena la nomini non c'è più".
So che il post è vecchiotto ma capitata sul tuo blog ho riconosciuto delle immagini tratte da "Teorema" e non ho resistito a cercare qualcosa di Pasolini.

Luciano ha detto...

@Assurdinaa. Dici bene. E' una perla. E' una splendida poesia. Purtroppo di Pasolini ho commentato solo due corti (questo e La Ricotta), ma, come hai notato, presto ho intenzione di postare qualche riflessione, appunto, su Teorema, forse il mio film preferito del grande regista. Grazie per la visita. Appena sarà possibile ricambierò volentieri.

Anonimo ha detto...

Povera Italia...., ridotta oggi ad essere rappresentata politicamente e sub culturalmente da pippe di quarta categoria;
...Pasolini con le sue opere ci rende l'esistenza meno sconvolgente.
Grazie Pierpaolo

Luciano ha detto...

@Pierpaolo. Parole sacrosante^^ Grazie a te per la visita.

Anonimo ha detto...

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Unknown ha detto...

qualcuno sa dirmi che brano di musica classica c'è di sottofndo alla scena finale del corto, quando totò dice straziante meraigliosa bellezza del creato?

Anonimo ha detto...

Adoro Pasolini come tutte le sue opere ...
ma questo cortometraggio per me è unico, per non parlare del brano di Modugno, ti toglie il respiro e rende concrete tutte le sensazioni che si sono generate dall'inizio alla fine del corto ...
grazie per questo post.

Luciano ha detto...

scatenolamente. Scusami (così come tutti gli altri) per l'enorme ritardo. Senza dubbio un cortometraggio per me definibile come piccolo capolavoro. grazie a te per il commento.

Anonimo ha detto...

La tua recensione e' un copia incolla con moltissimi tagli di un articolo di un bravo ( lui si non come te,spacciatore di cose sue che sono non sue...) saggista,sociologo e filosofo del diritto tale Daniele Gallo che fa' una analisi ben piu' articolata profonda e dettagliata del corto spiegando le correlazioni tra Shakespeare, Pasolini e il quardo di Velazquez.
Un po' di ritegno e vergogna.Saluti

Luciano ha detto...

@Anonimo. Già inizi male non mostrando il tuo vero nome. Facile commentare come anonimo e offendere le persone. sei tu che dovresti vergognarti e avere un po' di ritegno. Comunque io non ho copiato e incollato proprio nulla. Ti bastava usare un po' di lucidità (che evidentemente non possiedi) e leggere la data di pubblicazione di questo post che risale al 2007 mentre la recensione di Gallo è del 2014. Non credo Gallo abbia letto la mia recensione su Che cosa sono le nuvole, ma a questo punto spero che, per scrivere la sua bellissima analisi, abbia preso spunto dalla mia.