22 luglio 2007

Vital (Shinya Tsukamoto, 2004)

Tra le immagini di Vital e la morte che si attualizza nel cadavere di Ryoko dissezionato dallo studente di medicina Hiroshi vi sono sorprendenti analogie. Anzi, le spoglie di Ryoko rappresentano la forma esemplare di immagine perché, come direbbe Blanchot, essa mette in evidenza la perdita graduale di realtà che il darsi dell’immagine comporta. L’immagine (ogni immagine) sottrae l’oggetto dall’uso quotidiano (ossia dall’anonimato dell’uso che ne fa il soggetto), rompe le relazioni di causa-effetto, relegandolo nel limbo irreale dell’arte. Carattere peculiare dell’immagine è l’inutilità, dal momento che nei suoi confronti non è consentito alcun rapporto di azione o comprensione. Tra parola (immagine) e cadavere vi è un’impressionante analogia: immagine e cadavere sono entrambi sottratti all’esistenza nel mondo. Questi difficili concetti espressi da Blanchot (L’infinito intrattenimento) risultano straordinariamente confermati e chiariti in Vital. Quando Hiroshi comincia a ricordare la sua storia d’amore con Ryoko, dissezionando il cadavere della sua amata deceduta nello stesso incidente che gli ha procurato un’amnesia, non fa altro che uscire dal mondo per entrare nel limbo gradevole e meravigliosamente perfetto dell’Altrove (notare le immagini “realisticamente” riprodotte da Tsukamoto), luogo ove incontra, conosce e ama la sua cara Ryoko. Per sottolineare la potenza del cadavere/immagine sulla mente dello spettatore i colori risultano fondamentali. Infatti l’Altrove (un non-luogo dove Hiroshi e Ryoko consumano il loro incontro spirituale) è reso con i colori naturali della “realtà”, perché l’immagine è tanto più ingannevole, tanto più illusoria, quanto più rappresenta, uccidendoli, gli oggetti e il mondo, proiettando il Falso, l’illusione di verità, nell’idea che ognuno di noi si è fatto (o si sta facendo) del mondo (diegesi). Quello che invece risulta essere la “realtà” di Vital, (ossia i luoghi della città peraltro appena intravista, la bottega del suocero, la casa dei genitori di Hiroshi, l’obitorio, la pioggia incessante), viene rappresentato con immagini virate in blu o nei colori caldi di un rosso autunnale. Le immagini che la mente percepisce come falsate, improbabili, sono invece il tentativo di impedire la morte degli oggetti relegandoli in un al di qua mistificato. Stupefacente l’immagine della pioggia che cola sui vetri vista attraverso l’ombra proiettata sul muro, che sembra staccarsi dalla parete colando su oggetti arrugginiti o sul cibo avariato: tutto virato in un bel blu elettrico. Le scene dell’obitorio, dove domina il bianco dei camici, o il crema delle piastrelle e degli organi, rappresentano una soglia, un portale, un varco di collegamento tra il reale di Vital (che Tsukamoto cerca di mistificare alterando gli oggetti con viraggi blu e rossi) e l’Altrove (non-luogo ove si consuma la morte degli oggetti rappresentati da immagini nitide e gradevoli). Ma in questa linea di confine ci sono sì gli studenti, e le loro storie (c’è la storia di Ikumi con i suoi rimorsi e la sua gelosia per l’Altrove frequentato da Hiroshi), ma c’è il cadavere di Ryoko quasi più rappresentato dai davinciani disegni anatomici di Hiroshi che dal suo essere riproduzione plastica di un corpo. Un film che ci regala un'emozione dopo l’altra.

4 commenti:

Christian ha detto...

L'ho visto a Venezia, e mi aveva fatto un ottima impressione...

Luciano ha detto...

Purtroppo non sono riuscito a vederlo sul grande schermo e posso solo immaginare cosa mi sono perso.

chimy ha detto...

Splendido "Vital"... un film che emoziona e commuove dall'inizio alla fine. In assoluto, per me, il miglior Tsukamoto...
Sono in pochi che hanno avuto il piacere di vederlo purtroppo.
Ciao



p.s.complimenti x l'header. "eXistenZ" un capolavoro...

Luciano ha detto...

Di Tsukamoto non li ho visti tutti,ma tra quelli visti mi sembra il migliore. Vedo che conosci bene eXistenZ (uno dei miei film preferiti). Comunque ho trovato l'immagine su internet e mi è piaciuta subito. Lo lascerò sul blog fin quando non recensirò il film. Grazie e a presto.