7 maggio 2008

In amore niente regole (George Clooney, 2008)

In amore niente regole mi sembra un omaggio alla screwball comedy (sottogenere della sophisticated comedy) che fiorì soprattutto negli anni trenta inaugurata da Accadde una notte, indimenticabile film di Frank Capra con Clark Gable e Claudette Colbert. Il genere (o sottogenere) ebbe vita lunga esaurendosi solo (almeno per quanto riguarda questo primo periodo) all’inizio degli anni quaranta, in piena seconda guerra mondiale. Naturalmente le situazioni tipiche della screwball comedy si ritrovano anche in epoche posteriori e in film divenuti veri e propri cult come ad esempio A qualcuno piace caldo di Billy Wilder. La trama di queste commedie riprende gli stilemi tipici della commedia sofisticata inserendo situazioni bizzarre e incredibili ove spesso un uomo e una donna si incontrano/scontrano prima di innamorarsi e sposarsi. Spesso i due personaggi principali vivono una situazione conflittuale e devono intraprendere un percorso di redenzione e formazione incontrando avversità di ogni tipo, anche drammatiche, ma comunque sempre “divertenti”. I dialoghi conflittuali della coppia sono raffinati e colti e producono una sorta di comicità della parola mai volgare. I diverbi, lo scambio di frasi brevi e pungenti, si trasformano in uno “scontro” col fioretto in cui i due protagonisti/antagonisti cercano di colpire l’altro per fare del male mentre finiscono per innamorarsi del “contendente”. Anzi, nella screwball comedy, l’uomo e la donna sono innamorati sin dal primo momento. Il raggiungimento del loro sogno (come compenso per il coronamento delle loro peripezie) si concretizza con la proposta di matrimonio da parte dell’uomo e nel convolare a giuste nozze in un finale frizzante e caleidoscopico in cui succede di tutto e di niente. Ogni aspetto semantico di questo genere di film è finalizzato all’happy end e al bacio risolutore. Anche i personaggi secondari (vere e proprie macchiette) contribuiscono con le loro bizzarrie, e/o acrobazie ai limiti dello slapstick, a riempire i vuoti del film. Insomma screwball comedy significa raffinatezza, rapidità, eccentricità, amore, “superficialità” apparente dei personaggi, e secondo me anche ciclicità degli eventi. Formalmente la screwball comedy supera la perfetta classicità di “superficie” della commedia sofisticata iniziando una lenta ed inesorabile erosione del regime degli sguardi tipico di commedie quali Pranzo alle otto di George Cukor, mantenendo gag e location della slapstick comedy (poco rispetto leggi fisiche e riprese in esterni o interni camuffati da esterni). Con questa lunga digressione ho inteso affermare che In amore niente regole è un gradito e gradevole omaggio a questo tipo di cinema, in parte anche riuscito, perché in effetti Clooney ha saputo trasportarci nell’ambientazione e nel clima tipico della screwball. In altri termini il film non è un “ritorno nostalgico” ai tempi passati (nascita del football professionistico, prime donne che tengono testa agli uomini, arrivo delle regole, fine dell’era dei pionieri e nascita dell’era dei burocrati) ma è uno sguardo divertito e nostalgico intorno a un certo grande cinema che segnò un’epoca e influenzò tutto il cinema a venire. Da questo punto di vista niente da eccepire: film riuscito, location ricostruite minuziosamente (vedi l’ufficio del giornale o lo stadio di Chigago), dialoghi precisi, interpreti perfettamente in grado di “mimare” lo slapstick dei grandi attori degli anni trenta e capaci di innestare la guerra tra i sessi tipica di queste commedie. Purtroppo l’operazione mi sembra riuscita sola a metà per almeno tre motivi.

Insolvenza del tempo (e delle tendine). Il tempo è come plastificato, coagulato nel suo stesso presentarsi allo sguardo. Mi rendo conto (vedi la tonalità seppia della fotografia) che Clooney abbia voluto ri-costruire più il cinema del mondo rappresentato, ma ad ogni modo il mondo prevale (il cinema invece pur nella sua ossessiva presenza non mostra i propri deittici) e prevale un mondo-cartolina trovato in una bancarella di antiquariato. Neppure le foto in bianco e nero che stigmatizzano l’eccesso del colore (nella memoria storica dell’epoca soccombe al bianco e nero) riescono a sollevare lo sguardo (nel senso di creare sollievo) proprio perché l’immagine patinata assorbe i profumi dell’epoca (e del cinema d’epoca). Forse con un po’ di coraggio in più (ma nel ’27 non c’era ancora l’ottimismo del New Deal e forse si respirava già la pesantezza minacciosa della grande crisi?) ossia ampliando le sequenze della sofferenza (la trincea, la miniera, il campo da arare qui ridotti a semplici inserti) a discapito di altre (le lunghe partite di football, il giornalista assenteista, l’eccessiva lunghezza della fuga dal bar clandestino, la "scazzottata"), avrebbe reso meglio il caos dell’epoca (dove poter innestare la bizzarria della screwball). Le tende dello scompartimento della cabina letto sono siparietti consumati che vengono aperti da Dodge e da Lexie spesso inutilmente senza risolversi almeno in una dissolvenza. In Accadde una notte (non voglio paragonare i film ma solo fare esempi) la coperta sulla fune tesa che divide i letti di Peter ed Ellie diventa "le mura di Gerico" ossia una tenda simbolica che divide come un muro l’onorabilità della donna. Ma le mura di Gerico crolleranno trasformandosi in metafora dell’amplesso (il Codice Hays non l’avrebbe permesso) fungendo anche da strabiliante dissolvenza. Qui non crolla niente e anche se non si vede il sesso esplicito (per rispettare la metafora dei tempi) è anche vero che il Codice Hays non esiste più, ma nel film sembra mancare questa “presenza”. In altri termini l’arrivo delle regole nel football non sottolinea a sufficienza le regole già ferree dei rapporti interpersonali e sessuali tra maschio e femmina: il sesso nei film d’epoca della screwball comedy era ovunque, lo si respirava in ogni scena anche se contenuto dal codice. L’arrivo delle regole è sulla superficie della trama mentre Clooney avrebbe potuto inserirle sullo sfondo come un affanno o un respiro pesante che cerca di coprire ciò che non potrà mai, ossia l’amore e il desiderio di amare. All’epoca il bisogno aguzzò l’ingegno, qui il non-bisogno persiste nell’immagine senza trasformarsi in bisogno mentre l’ingegno rimane bloccato sulla superficie di tanta bellezza patinata. La debolezza del film è riassunta nel percorso del sidecar guidato da lui mentre lei lo stringe da dietro. Non c’è la metafora del bisogno e neppure una citazione precisa e forte che ci avverta che dietro quella collina faranno l’amore.

Sguardo dirottato dal contesto. Nei film screwball, anche se il centro dell’attenzione era rivolto ai due interpreti principali, si sentiva l’alito della folla dietro ogni immagine. Qui invece lo sguardo viene continuamente deviato, allontanato, rimandato, rinviato alla sequenza seguente perché la sequenza che precede si chiude con moine o smorfie preconfezionate che non restituiscono il sapore dei film d’epoca. Ad esempio la strada è troppo poco curata. Sulla strada viveva un popolo con i suoi problemi e i suoi desideri. Nel film si vedono solo stradine di campagna e le folle non percorrono niente. Gente che si sposta in cerca di fortuna. Ma all’epoca non andavano tutti a Hollywood? Forse mi sbaglio? Accadde una notte ad esempio è on the road mentre In amore niente regole è tutt’al più open field (con fango).

Distanza dal significante. Tra una gamba e un pollice verso l’alto cosa serve per fare l’autostop? In accadde una notte Ellie mostra una gamba e l’automobile si ferma. Peter con il classico gesto del pollice non riesce nell’intento. Parti del corpo che bloccano il movimento meccanico mentre altre non lo fanno. Dov’è la magia? Nella mente di chi aziona il meccanismo, nella mente dello spettatore che aumenta l’attenzione quando vede una parte di corpo più intima, quando le forme si avvolgono e si sviluppano intorno alla parola data, all’evento desiderato. Il cliché del pollice invece non interessa, troppo abusato, troppo utilizzato. Non mi fermerò mai pensa l’autista-spettatore di Accadde una notte. Invece In Amore niente regole il fluido magico non scorre tra i corpi se non forse nella bellissima scena del ballo nel bar clandestino dove per un attimo la sensualità e i profumi prendono il sopravvento.


23 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima l'analisi delle screwball comedy con sottile riferimento al codice Hays. Un argomento che apprezzo moltissimo e che mi interessa, dato che sono una sostenitrice di quel tipo di commedie. Per fare solo un esempio, oltre a quelli da te giustamente citati, ci sarebbe quel fantastico film che è La signora del Venerdì di Howard Hawks.
Comunque a questo punto, non mi resta altro che recuperare questo film, che pur peccando in alcuni elementi (da te ampiamente analizzati), risulta essere un buon omaggio, se non altro.
Ale55andra

Noodles ha detto...

Ho sempre amato le screwball comedies. Ma non sono riuscito mai a trovare tempo per andarlo a vedere, anche perché non avevo ancora capito se ne valesse o meno la pena.

Anonimo ha detto...

Bella analisi. Solo, trovo che leggere in maniera troppo aderente al (vecchio) genere il film sia un po' fuorviante-- Ad esempio, alle tue perplessità si potrebbe rispondere leggendo il film in relazione agli altri di Clooney.

Luciano ha detto...

@Ale55andra. Ah, caspita! La signora del venerdì è un film da antologia! Bellissimo! Ho citato Accadde una notte perché si può considerare come il capostipite della screwball, ma naturalmente gli anni '30 e parte dei '40 pullulano di tante meravigliose commedie. Il film non è male e secondo me è un buon omaggio al genere. Poi ovviamente può piacere o meno.

@Noodles. Ritengo che il film meriti una visione. Per me Clooney ha perso un'occasione: poteva girare un capolavoro (o quasi) solo con un piccolo sforzo in più. Il film non è male ma per me raggiunge a fatica la sufficienza.

Luciano ha detto...

@Gahan. La tua visita mi ha fatto un grande piacere. Ti ringrazio anche per i lusinghieri complimenti. Appena possibile ricambierò facendo una capatina sul tuo blog. :)

Spero proprio che la mia lettura non sia "un po' fuorviante",(questo mi dispiacerebbe perché non ho mai avuto intenzione di ingannare chicchessia). Magari parziale, opinabile, riduttiva, ma fuorviante spero proprio di no. D'altronde una lettura che paragona il film alle screwball non mi sembra ingannevole (suppongo che Clooney abbia voluto omaggiare il genere). La tua proposta di leggere il film paragonandolo agli altri film di Clooney è interessante e ugualmente degna di considerazione: uno sguardo sull'idioletto di un autore. Naturalmente le mie recensioni (ma credo anche quelle di ogni cineblogger) in fondo non sono che l'espressione delle proprie emozioni (o almeno un tentativo) senza nessuna presunzione. Grazie per la graditissima visita^^

Anonimo ha detto...

Eppure, questi tributi al cinema classico, riusciti o meno, mi incuriosiscono sempre e li guatrdo con piacere. Mi sembra comunque che questo film potrebbe assecondare le mie modeste aspettative di semplice intrattenimento!

Martin ha detto...

Mi chiedo sempre a chi siano destinati film di questo tipo, ho sempre l'impressione che siano una specie di giochino a beneficio di chi li fa.

Luciano ha detto...

@Iggy. Il film, nonostante le mie osservazioni, non è pessimo e intrattiene eccome (in alcuni casi si ride anche). La sala era piena e il pubblico mi sembrava soddisfatto. Io stesso l'ho seguito bene e non mi sono accorto dello scorrere del tempo. Sicuramente un film che intrattiene e in più potrebbe anche piacere.

@Martin. A parte i gusti personali (infatti c'è chi ha apprezzato il film), sarei stato curioso di vedere un film "perfettamente" screwball (almeno secondo i miei gusti) per conoscere l'effetto che mi avrebbe fatto. Certo è che un film (anche se in costume) riflette sempre l'epoca in cui è girato.

Anonimo ha detto...

completamente ignorato sinora, come tributo al cinema classico varrà senz'altro la pena di dargli un'occhiata
Simone

Luciano ha detto...

@Simone. Infatti, secondo me è comunque un film da vedere.

Anonimo ha detto...

Ho totalmente snobbato questo film. A pelle proprio non mi attirava ed è uscito in un periodo in cui volevo recuperare molte altre cose.
Dovrò recuperarlo in dvd, sembra proprio che ne valga la pena :)

Ciao,
Lorenzo

Christian ha detto...

Anch'io adoro questo tipo di commedie (quelle degli anni trenta-quaranta, intendo) e sono un po' allergico ai tentativi moderni di riesumarne lo stile. Non so se lo andrò a vedere, visto che sono in arrivo altre cose apparentemente più interessanti (e poi Cannes incombe...)

Luciano ha detto...

@Lorenzo. merita comunque una visione, poi naturalmente può piacere o meno. Dipende dai gusti. Secondo me non è un film eccezionale ed è un vero peccato perché avrebbe potuto esserlo.

@Christian. Le commedie originali di quegli anni sono insuperabili. Inoltre bisogna comunque fare una cernita. A causa della posizione decentrata e fuori mano del paese dove abito devo un po' accontentarmi di quello che passa il convento. Attendo Cannes con ansia.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Una visione mi sembra che la meriti lo stesso. Peccato comunque perché almeno da quello che dici il film poteva essere migliore.

Luciano ha detto...

@Roberto. Il film è comunque da vedere (nel senso che non mi sono pentito di essere andato in sala). Le mie critiche si fondano soprattutto sul fatto che non è paragonabile a quel cinema che vuole omaggiare.

Anonimo ha detto...

Luciano, io ovviamente non intendevo mica "fuorviante" nel senso che la tua analisi volesse "ingannare" qualcuno-- Mai pensato neanche lontanamente, mi sento in imbarazzo persino nel chiarirlo e nel pensare che il mio intervento possa aver generato l'equivoco-- E ovviamente sul tuo discorso sulle recensioni non posso che esser d'accordo. :)

Luciano ha detto...

@Gahan. Il tuo lusinghiero commento e la tua visita mi hanno fatto un grande piacere. La mia precisazione sul "fuorviante" era solo una integrazione atta a non generare equivoci, e forse non ho afferrato bene lo spirito costruttivo della tua osservazione teso a sottolineare l'importanza di una lettura trasversale alle opere di un autore. Ogni tuo commento è sempre graditissimo. ;)


P.S. Non ti imbrazzare altrimenti mi imbarazzo pure io^^

Anonimo ha detto...

A me è piaciuto molto e mi ha divertito!Operazione nostalgia?Forse..ma ben vengano se sono confezionati così abilmente e ci fanno assaporare quello che molto spesso le commedie di oggi non sanno fare: farci sorridere.

E dato che si parla di commedia ecco che dico la mia^^

A mio parere la prima screwball non è ACCADDE UNA NOTTE bensì L'ORRIBILE VERITA, che viene qualche anno più tardi del film di Capra ma è il primo ad avere tutte le caratteristiche proprie del sottogenere.Anzi, io Capra neanche lo inserirei tra i registi della screwball (Hawks-Cukor-McCarey) ma tra i padri della commedia più sofisticata. I suoi film erano infatti privi di quell'humor e di quella satira propri di quel sottogenere (che è durato poco, poco più di 5 anni praticamente..dopodichè si è di nuovo evoluto).
Anche Wilder, uno dei padri putativi della commedia nn appartiene alla screwball; i suoi film sono più uan sorta di commedia di costume, nel senso che spesso le sue commedie hanno riferimento agli usi e costumi della società e ci scherza su (dalla prostituzione all'omicidio al tradimento).
Piccole precisazioni da parte di un amante del genere.Non era mia intenzione fare il saccente, solo esprimere la mia opinione!Ciao Luciano!^^

MrDavis

Luciano ha detto...

Il film è piaciuto anche a me (sulla Cinebloggers ho inserito tre “palline”) ma ritengo che, dati i presupposti (e constatato che il film è ben costruito) Clooney poteva osare di più. Comunque ho sorriso un po’ davanti a tutto, un po’ meno davanti alle continue smorfie degli attori che non possono “riassumere” un genere. "L’orribile verità" è una screwball stupenda, meravigliosa (anzi ti ringrazio per avermi ricordato il film), ed è ovvio che classificare i film in generi è un’astrazione che serve più che altro a organizzare il discorso (mentre le classificazioni, soprattutto fatte a posteriori sono estranee all’arte). Quindi ritengo che individuare l’inizio di un nuovo modo di fare cinema (arte) sia complesso e comunque opinabile. "Accadde una notte" non è una screwball matura ma credo si possa comunque considerare come la capostipite (e non sono io che lo dico), ma ripeto ho scritto di questo film solo per aiutarmi a spiegare il motivo per cui considero "In amore niente regole" un film che non ha colpito nel segno (quasi centro ma non centro pieno). Le sfumature tra screwball e commedia sofisticata a volte sono labili. Ad esempio "Pranzo alle otto" di Cukor per me non è screwball (scrivendomi che la prima è stata "L'orribile verità" me lo confermi), ma una meravigliosa commedia. Per me "Pranzo alle otto" (forse stupirò tutti per questa mia affermazione) è il film più bello in assoluto, il n° 1 (anche se ce ne sono altri che mi sconvolgono allo stesso modo), ma non è screwball. Cukor ha girato molte screwball ma non solo, come Capra ha girato anche screwball. Ti ringrazio per la tua interessante e stimolante osservazione. A presto carissimo ^_^

Anonimo ha detto...

Condivido Luciano!!!Pranzo alle otto(uno dei più geniali film in assoluto, con quel finale...) è una commedia ma non una screwball: anzi è talemnte matura che anticipa quasi ciò che si farà negli anni 50-60, con uan satira feroce ma al contempo sottile dei ranghi sociali...
Starei qui a parlare per giorni di questo tipo di cinema!!!E' sempre un piacere!^^

MrDavis

Luciano ha detto...

@MrDavis. A chi lo dici! Quando si discute del cinema USA anni trenta (per me cinema classico tecnicamente perfetto) non smtterei mai. Inoltre è un piacere scambiare punti di vista con cinefili preparati come te. Grazie per i tuoi sempre graditi interventi^^

Anonimo ha detto...

Il piacere è solo mio, visto che non mi fai sembrare un fiume in piena!E' che quando si toccano le passioni più vive è sempre difficile dosare...
Anche per me quella decade è qualcosa che non si avrà mai più: perfetta.
E sebbene sia un fervido sostenitore dell'Anti Codice Hay, sono convinto che da una parte senza il codice non avremmo avuto certe invenzioni, certi espedienti stilistici che poi sono passati alla storia (parlo ad esempio della sequenza degli orologi in MANCIA COMPETENTE piuttosto che al finale sul cucù di L ORRIBILE VERITà).
Ciao!!!!

MrDavis

Luciano ha detto...

@MrDavis. Senza il codice Hays forse la comemdia americana non sarebbe stata la stessa. Vien da dire: tutto il male non vien per nuocere, ma naturalmente concordo che il codice Hays non avrebbero dovuto scriverlo nemmeno. Stupefacente la sequenza degli orologi (con bottiglia di champagne). Ecco cosa voglio quando guardo una sequenza: sempre e comunque una sequenza di orologi. Grazie per la citazione^^