27 aprile 2008

L’Aleph e l’occhio - il cinema di Peter Greenaway (2/3)

Enciclopedia

”Vi farò un elenco di cose raffinate: Uova d’anatra. Scaglie di ghiaccio in una coppa d’argento"
Ora non pensiamo più in modo lineare, seguiamo l’immaginazione. L’era dei computer e dell' informazione ha portato a non vedere la novella come unico modello di pensiero per la costruzione delle opere. Quotidiani ed enciclopedie sono altri modelli.

Fantascienza

Quando realizzi un film storico, ti cimenti in un artificio come in “I misteri del giardino di Compton House”. Sono sicuro che anche il regista di “Cleopatra” con Elizabeth Taylor abbia avuto i miei stessi problemi.
Stavo ricostruendo in modo molto irreale. E per rendere palese questa falsità mi ero interessato ai costumi inglesi del 1690 che erano già eccentrici di per sè: larghe gonne per le donne, parrucche enormi e complicate per gli uomini. Così abbiamo spinto queste stravaganze oltre ciò che ogni prova testuale o visiva di quel periodo ci dicesse. In un certo senso, quando visitiamo il passato, facciamo la stessa cosa di quando visitiamo il futuro. Facciamo considerazioni ipotetiche e soggettive su un luogo che non potremo mai vedere di persona. È impossibile.
In “I misteri del giardino di Compton house” consideravo gli stessi sentimenti di chi faceva un’odissea spaziale, di chi sperava di visitare Proxymus o Toreye o di arrivare ai confini dell’universo con degli omini verdi.
Era una fiction che non avevo modo di provare.

Gioco

‘Con i giochi la vita sociale si riveste di forme soprabiologiche che le conferiscono maggior valore’ J.Huizingo
Horror

‘ I barbari posseggono due caratteri ben precisi: un gusto esuberante che tende a disporre confusamente gli ornati o a distribuirli primordialmente con un senso di orrore del vuoto; un gusto per la decorazione lineare, in superficie’ M. Salmi

Immagine

Non c’è una coscienza o un’istruzione per la produzione di immagini. Non basta avere gli occhi per essere capaci di vedere.
Nonostante viviamo in un mondo molto influenzato dalle immagini, credo ci sia ancora un enorme analfabetismo visivo.
Nel linguaggio dell’immagine non c’è la stessa complessità che troviamo nel linguaggio testuale.
Per questo abbiamo il cinema che abbiamo. Non abbiamo visto il vero cinema, ma solo 105 anni di testo illustrato.
Suppongo che la mia missione estetica e sociologica, il mio approccio, sia suggerire che ogni operatore dovrebbe passare almeno 3 anni a dipingere o a studiare i dipinti , prima di toccare una macchina da presa. Sarebbe l’unico modo per esercitare l’occhio a osservare e guardare con cognizione di causa.

Libri

‘ In un certo scaffale di un certo esagono deve esistere un libro che sia la chiave e il compendio perfetto di tutti gli altri: un bibliotecario l’ha letto ed è simile a un Dio’ J.L. Borges

Luce

Siamo in Piazza Maggiore, al centro di Bologna. E come tutte le piazze italiane è circondata da edifici significativi.
C’è la cattedrale, molto importante nella vita italiana perché rappresenta le questioni ecclesiastiche.
Dall’altra parte, c’è un porticato con dei negozi, un elegante edificio del tardo XVIII secolo che rappresenta il commercio.
Su questo lato dei tavolini del bar, c’è una bellissima arcata che fronteggia un antico palazzo, che rappresenta l’oligarchia e le arti.
Da questa parte c’è il comune, luogo di politica e burocrazia.
Sui 4 lati della piazza ci sono: politica, burocrazia, arti,commercio e chiesa.
Stiamo usando questi 4 lati della piazza per proiettare immagini.
Al centro c’è una grande torre bianca con delle iscrizioni.
Una, anzi due delle cose che mi affascinano di più a Bologna è il fatto che ha 45 Km di arcate e che nei secoli XI, XII e XIII aveva più di cento torri.
Molte torri sono crollate, ma ce ne sono un paio molto importanti che rappresentano Bologna, come la torre Eiffel rappresenta Parigi.
Sono una specie di immagine archeologica, architettonica.
Cosi anche noi abbiamo costruito una torre e l’abbiamo decorata con la scrittura.
Molte persone hanno scritto i testi. Studenti, letterati, tutor non facevano altro che scrivere.
E li abbiamo usati come nostra metafora.
Usiamo la tecnologia più avanzata in 3 campi distinti: prima di tutto la proiezione di diapositive che hanno una tecnologia molto sofisticata, diventano come un film animato.
Poi la tecnologia dei video, si vedrà un video molto grande, proiettato su tutti e 4 i lati della piazza.
Infine, l’illuminazione cinematografica e teatrale. Uniamo queste cose con la tecnologia subordinandole alla colonna sonora.
Non si sta fermi in un posto, si può girare e sentire suoni quadrofonici estremamente complessi.
Muovendosi avanti e indietro cambia la prospettiva del suono.
Naturalmente si può stare in qualsiasi posizione: vicino, a media distanza o lontano per apprezzare l’interazione tra edifici, architettura e immagini.

“...Cloda Benito venne tenuto prigioniero nella torre rotonda per 15 anni, quando fu rilasciato non riuscì ad abituarsi a camminare sul suolo e vagò per le strade in uno stato di panico causato da una paura opposta alla vertigine per la quale non esiste nome..., 1922 Mussolini si impadronisce di Roma, 1933 Hitler si impadronisce della Germania, 1939 Seconda Guerra Mondiale, 1945 strage nazista a Marzabotto...”

11 commenti:

chimy ha detto...

Davvero magnifici questi post-intervista ad una delle menti più artistiche oggi in vita.

Luciano ha detto...

@Chimy. In effetti questa trascrizione del documentario intervista è molto utile per fissare nella mente i punti cruciali della "poetica" del regista gallese.

@Vale ma anche tutti gli interessati. In questo post in particolare mi incuriosisce la lettera I (Immagine), in particolare quando afferma che non abbiamo visto il vero cinema ma 105 anni di testo illustrato e che ci sia ancora un enorme analfabetismo visivo. Queste affermazioni mi rammentano la conferenza tenutasi in novembre a Poggibonsi quando Greenaway ribadì questi stessi concetti. Quindi pare che il regista-pittore possieda una sua strategia sull'arte e sul cinema sin dai suoi esordi. Possibile? L'esperienza mi convince invece del contrario. L'artista non crea le sue strategie a priori ma a posteriori. L'esperienza del Goldoni e della sua riforma del teatro settecentesco mi sembra abbia acquisito una propria "logica" solo nelle Memorie, quindi negli anni parigini. Non è che anche Greenaway ha formato la sua teoria nel corso del tempo e che in fondo è sempre l'arte a dettare la sua legge sui propositi dell'artista?

Vale ha detto...

Luciano. Sicuramente con certe predisposizioni ci si nasce. Io penso che la necessità di "dogmatizzare" e creare codici, anche attraverso un alfabeto, serva solamente per un discorso di comunicazione e di chiarezza...altrimenti sarebbe il caos!!! Certamente sono daccordo con te.

Christian ha detto...

Lo sapevo che prima o poi Greenaway avrebbe citato Borges. Entrambi sono artisti con l'animo da bibliotecari!

Luciano ha detto...

@Vale. Sì, infatti secondo me la mente umana a posteriori ha sempre bisogno (e sembra assurdo affermarlo in un post su Greenaway) di rendere "narrativa" la propria vita, insomma di "creare" una logica, un filo conduttore che "a posteriori" organizzi e giustifichi tutto quello che si è fatto e ci è capitato.

@Christian. Interessante osservazione. Per Borges la biblioteca è fondamentale, forse il suo Aleph personale (ossia il punto di inizio verso cui ogni cosa ritorna e a cui ogni cosa tende, lo zero ma anche il tutto, l'inizio, la fine). Greenaway mi pare un catalogatore di simboli, di oggetti, di immagini e l'alfabeto delle immagini in fondo è infinito eppure è zero, forse il suo Aleph? Grazie Christian.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Anche qui molti argomenti interessanti che non solo tirano fuori la poetica di Greenaway ma sono anche degli ottimi spunti di riflessione.
Aspetto il terzo post!

Luciano ha detto...

@Roberto. Greenaway è riuscito a "sintetizzare" la sua "teoria sull'arte" semplicemente utilizzando l'alfabeto. Alfabeto, numeri, simboli. Sue tipiche manie. Un artista molto interessante.

Anonimo ha detto...

ce l'ho da parte ma ancora non l'ho affrontato...
splendidi post
Buon primo maggio
simone

Luciano ha detto...

@Simone. Anche se in ritardo ricambio: buon primo maggio e un buon fine settima.

Anonimo ha detto...

i post sono bellissimi, anzi direi che greeneway è migliore in quello che dice che in quello che fa come cineasta... (non scagliatemi pietre)

Luciano ha detto...

@Claudio. E' una tua rispettabilissima opinione. Nessuna pietra, anzi una proposta molto interessante. Certo che applicare in pratica una teoria non è semplice. Parlare è molto più facile che realizzare. Comunque Greenaway ci sta provando e il suo percorso di artista mi sembra importante.