7 aprile 2008

Juno (Jason Reitman, 2007)

Juno è uno di quei film su cui gli addetti ai lavori (psicologi, sociologi, politici) potrebbero scrivere interi libri, ma che lascia senza “parole” chi non vuole soltanto orientare il messaggio verso il contesto. Ossia, la funzione referenziale (1) di Juno è interessante (aborto sì o no?) fa riflettere (che fare se una sedicenne rimane incinta?) e costringe a prendere di petto la “vita” (lottare, subire il contesto e il suo giudizio). “Leggendo” il film in questo senso non scopriamo niente di nuovo: problematiche relative alla gravidanza e alla procreazione (o interruzione) in età adolescenziale con relativi aiutanti (Mac e Bren, Paulie, il proprio coraggio,ecc.) od oppositori (la mentalità ristretta e claustrofobica del quartiere e di Mac e Bren o di Paulie, ecc.) sono state affrontate dal cinema innumerevoli volte. Il fatto è che la questione del volere o non volere i figli scatena polemiche da sempre. Invece l’orientamento verso il messaggio è degno di attenzione, perché Juno è un bel film non per l’argomento in sé, ma per il modo in cui lo mostra. È la sua funzione poetica che lo rende film particolare e interessante, in quanto Diablo Cody e Jason Reitman sono riusciti a focalizzare l’attenzione sul mittente prima e sul messaggio poi. Se questa operazione sia riuscita o meno non è semplice da capire, almeno in questo momento in cui il film è ancora nelle sale; lo sapremo forse fra qualche anno. Il mittente, ossia Juno, ci “racconta” la storia in prima persona, e anche se le immagini si “allontanano” spesso dalla ragazzina, seguendo un andamento naturalistico (ma poi non tanto secondo me), ci sono segnali evidenti che la mdp cerca di stare “attaccata” al narratore autodiegetico. Insomma il mittente è fondamentale; siamo di fronte allo sguardo di Juno che ci sta portando nel suo mondo per mostrare la sua “versione” dei fatti. Se poi il contesto sia o no quello illustrato non ha molta importanza, perché contano le emozioni e il punto di vista di una adolescente americana di oggi che deve affrontare situazioni più grandi di lei. Ci vengono mostrate le sue emozioni, il suo modo di vedere le cose, non le cose come sono accadute. Con questo non voglio avallare (riferendomi alla trama) l’inverosimiglianza degli eventi, ma sostenere che le incongruenze narrative o le furbizie della sceneggiatura non hanno importanza, in quanto dovremmo immaginarci il mondo che circonda Juno come proiezione emotiva della stessa Juno, perché la bellezza del film è tutta nella capacità di trascinarci nella mente “ingenua” ma meravigliosa di questa ragazza. Se poi il mondo sia crudele (la distanza dei compagni di scuola ad esclusione di Leah e Paulie, l’ambulatorio o il feedback di Vanessa e Mark), o se siano tutte rose e fiori (l’amore dichiarato di Leah, le mentine all’arancio, i genitori, sempre il feedback di Vanessa e Mark) non è poi tanto importante. Sulla funzione referenziale potremmo discutere, ma sarebbero discorsi etici e/o politici, mentre sono interessato a un ragionamento estetico. In altri termini la funzione emotiva è importante, ossia il mondo visto attraverso gli occhi di Juno e le esperienze vissute attraverso le emozioni provate da Juno. Juno è come un prisma che rifrange la luce bianca del sole restituendoci i colori dell’iride; con lei, davanti a lei, il mondo si colora e sono azzeccate le immagini fumettistiche dell’incipit, come le scritte che scandiscono le stagioni e gli inserti visivi che accompagno le descrizioni della voce over di Juno. Gli ambienti sono coloratissimi, come pure le stanze delle ragazze e i vestiti del gruppo degli atleti che corrono di stagione in stagione, metafora del tempo che scorre serenamente (forse è il tempo dell’adolescenza?). La stessa neve, che in inverno copre le campagne e i tetti delle case, riesce a mostrarsi gradevole e visivamente attraente (forse è la neve che piace soprattutto ai bambini mentre crea solo disagi ai grandi?). Ad ogni modo, uscito dal cinema, mi sono reso conto di avere assunto l’ottica di una ragazza “deformata” dalla gravidanza, che ha la capacità di “giocare” col mondo e le sue disgrazie, trasformando il feto in un fagiolo, il sesso in alito profumato all’arancio e la maternità in parto e soprattutto in affetto. In quanto cittadino italiano, che vive in una realtà distante, posso ritenere che uno spettatore americano potrebbe comprendere anche gli aspetti più attinenti al “codice” (in pratica da noi non è possibile cercare i genitori del proprio figlio sui giornali) riuscendo a penetrare la scorza dura della funzione metalinguistica. Su questo non mi sento in grado di esprimere opinioni. Piuttosto mi interessa ritornare alla funzione poetica, ossia al modo in cui le cose sono dette nel film. La poesia non è dominate, altrimenti potremmo tutti gridare al capolavoro, ma ci sono indizi della sua presenza, attimi in cui la trama diventa forma del comune sentire che attraversa tutte le distanze (popoli, età) e unisce le differenze senza omologazione, ma nell’ostentazione della loro ricchezza. Voglio terminare citando alcune di queste “sensazioni di poesia”: Juno sulla poltrona con la pipa in bocca che attende davanti alla casa del suo ragazzo (di solito le poltrone stanno nel Dentro non nel Fuori); le due chitarre suonate dai due amanti che “sostituiscono” la dichiarazione d’amore (Potrebbe essere una metafora visiva? Che ne dite?); Leah che gioca con Juno sulla carrozzella dentro l’ospedale prima che venga portata in sala parto.

(1) Scrivendo sulle varie funzioni mi sono servito del famoso libro di Roman Jakobson, Saggi di linguistica generale.

31 commenti:

Anonimo ha detto...

E' sempre un piacere leggerti, ogni volta riesci a trovare un punto di vista originale con cui leggere il film.
Come sai ho amato alla follia Juno, emozioni allo stato puro. E' un bel film, come hai ben detto, per il modo naturale in cui racconta la storia, il suo grandissimo pregio è l' estrema semplicità con cui affronta l'argomento. Semplicità che non diventa mai superficialità o banalità, e non è una cosa tanto facile.

Ciao,
Lorenzo

Anonimo ha detto...

Bella critica. A breve farò un umile recensione anch'io!

Martin ha detto...

Concordo con Lorenzo e aggiungo anche che preferisco di gran lunga quando, come in questo caso, non "vedi cose che nessun altro vede".

Luciano ha detto...

@Lorenzo. Senza dubbio un bel film molto curato, per niente banale ed "emozioni allo stato puro". A presto.

@Grazie Luca. Non riesco ad aprire il tuo profilo, mi puoi inviare il tuo link in modo da poter leggere la tua recensione su Juno?

chimy ha detto...

Ciao, anche a me il film ha convinto. L'ho trovato un buon lavoro, piacevole, molto intelligente e pieno di spunti di riflessione. Domani ne scriverò facendo una piccola interpretazione in termini di McGuffin hitchcockiano...

Un saluto

Luciano ha detto...

@Martin. Mi fa piacere la tua approvazione, ma sei troppo gentile perché, se ho letto bene il tuo commento, apprezzi comunque quello che scrivo (anche se alquanto meno) anche quando percorro "sentieri poco battuti". Scherzo^^. Ti ringrazio.

@Chimy. Non vedo l'ora di leggere. Mi interessa capire quali sono gli aspetti "giustificativi" del film che non hanno molta importanza ai fini della trama. Attendo con impazienza. Un caro saluto.

Anonimo ha detto...

Mi ha colpito molto la tua idea sulla neve che piace solo ai piccoli mentre da fastidio solo ai grandi. Non ci avevo pensato, ma devo dire che secondo me ci hai preso. Per il resto sono ovviamente d'accordo con te (come sempre ^_-) e con chi dice che siamo di fronte ad un film leggero ma non banale.
Ale55andra

Luciano ha detto...

@Ale55andra. Bene siamo in sintonia^^ Quindi non vedo l'ora di leggere la tua recensione. Immagino che non dovrò attendere molto. Anche se il voto un po' limita un'opinione (ho visto sulla Cinebloggers che gli hai dato 4, quindi leggermente più alto del mio)sono convinto che, al di là di trascurabili sfumature, abbiamo provato emozioni molto simili.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Hai sollevato un sacco di punti interessanti per un film davvero niente male.

FiliÞþØ ha detto...

visto ieri...io l'ho trovato molto bello e poetico...
mi è piaciuto quel tono sopra le righe che pervade la storia

domenico ha detto...

decisamente d'accordo anche qui!

Luciano ha detto...

@Roberto. In effetti secondo me è comunque (che piaccia o meno) un film interessante e molto particolare, forse più di quanto non sembri a prima vista.

@Filippo. Sì il tono poetico è un aspetto che lo rende ancora più gradevole e questo dovrebbe bastare ad allontanare l'idea che sia un film banale.

@Honeyboy. Non mi può fare che piacere ^_^

Anonimo ha detto...

Attendevo questa recensione e come sempre non deludi. Mi piace l'idea che da un film apparentemente molto semplice, possano prendere vita queste considerazioni! Per altro condivido tutto.

"...attimi in cui la trama diventa forma del comune sentire che attraversa tutte le distanze (popoli, età) e unisce le differenze senza omologazione, ma nell’ostentazione della loro ricchezza"

Questo nello specifico è una grande verità. Infatti non capisco chi lo vede solo ed sclusivamente come un film dal target ben preciso. JUNO è una storia universale che può arrivare a tutti, senza filtri o inutili sforzi. Che sia questo il segreto del suo successo? Io non sottovaluto la forza "comunicativa" di un film.

Anonimo ha detto...

Devo vederlo assolutamente.
E' che ho in mente Ferrara, da Daria Bignardi, che parla del film e racconta della scena in cui Juno prende un preservativo e dice: puzza di camera di ospedale.

Ecco. La faccia di Ferrara in quel momento era più vomitevole del solito.
Superato questo scoglio, guarderò assolutamente il film. Promesso.

Luciano ha detto...

@Iggy. Sì, penso che Juno riesca a fare breccia sia tra i cinefili, sia tra coloro che si recano al cinema saltuariamente. Capita raramente che un film possieda la forza di portarci dentro un mondo apparentemente tanto distante dal nostro. Forse proprio perché "Juno" non costruisce e programma una tesi ma si "limita" a suscitare emozioni?

Luciano ha detto...

@Alicesu. In effetti per Juno avere come sponsor un Ferrara non è una bella presentazione. Ma Ferrara ha strumentalizzato il film per i suoi interessi che certamente non sono quelli di milioni di donne sfruttate, percosse e umiliate. Per fortuna Juno non è il film descritto da Ferrara, semplicemente perché non è un film che "parla" di aborto o diritto alla vita del nascituro, ma è una commedia gradevole che ti farà sorridere diversamente. Ti ringrazio per la visita e mi scuso per non aver ancora visitato il tuo blog causa poco tempo a disposizione (è impossibile conoscere tutti i blogger ma se potessi lo farei). Ricambierò la visita il più presto possibile. Grazie ancora.

Luciano ha detto...

@Transplante. Many thanks for appreciations and your tour in my blog. Your blog is interesting. See you soon.

Anonimo ha detto...

Eccola la mia recensione... ho pure fatto sgamare la mia reale identità!
RECENSIONE JUNO

Luciano ha detto...

@Amosgitai. Scusami, non ti avevo riconosciuto. Arrivo subito sul tuo blog a leggere la tua recensione.

Edo ha detto...

è vero quello che scrivi. Juno è pura emozione, non ci sono tesi da portare avanti, ma solo sentimenti. E poesia ce ne è parecchia. In effetti tutte le cose definite "furbe" non sono altro che la proiezionbe del mondo di Juno...

Luciano ha detto...

@Edo. Quindi abbiamo "sentito" il film allo stesso modo e questo non può che farmi piacere. "Juno è pura emozione". Un sintesi illuminante^^

Anonimo ha detto...

Luciano: stai tranquillo, vengo sul tuo blog perchè mi piace, non perchè voglio che ricambi :-D

Tra l'altro continuo a leggere recensioni positivissime su Juno. Ormai sono curiosa come una scimmia.

Luciano ha detto...

@Alicesu. Questo non lo metto in dubbio, ma il fatto è che mi piace visitare i blog di chi viene a commentare sul mio. Non mi sento "obbligato" a ricambiare, ma solo curioso^^

Allora forse dovresti andare in sala a gustarti questo film.

Anonimo ha detto...

ho letto ora la tua recensione, dopo aver visto juno, e trovo perfettamente clzante la tua anlisi. dov'è stata nascosta diablo cody sino ad oggi?!?

Anonimo ha detto...

ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!Sempre un piacere leggerti!!!^^

Mrdavis

Martin ha detto...

Ho appena visto anch'io il film e rileggere le tue parole ovviamente acquista un nuovo senso.
Mi chiedo perchè, tra tutte le tue parole, dopo aver capito che il "come" era più importante del "cosa", non ti sia venuto il dubbio che in realtà era "altro" che si voleva dire.

@mario:
la nostra diablo era in giro a fare la stripper in qualche club della provincia americana...

Luciano ha detto...

@Mario. Bene. Capita sempre più spesso di essere d'accordo^^ Diablo Cody? Ma faceva la blogger! Gente in gamba i blogger ;)

@Mr Davis. Il piacere è mio e ti ringrazio.^^

@Martin. Non saprei. Se per "altro" si intende "metonimia" delle immagini allora probabilmente si entra in campo molto vasto e purtroppo lo spazio concesso in un blog è troppo ristretto. Se per "voler dire altro" si rimane nell'ambito di un discorso socio-politico o di un certo approccio psicologico, be' qui allora non sono interessato, perché se c'è una questione su cui sono intransigente (e ho avuto occasione di approfondire questo mio punto debole in un commento)è un'adesione alla teoria lukacsiana del rispecchiamento (nel senso che l'arte non è per me camminare con uno specchio tra le braccia). Ma sicuramente la tua interessante puntualizzazione è riferita a qualcos'altro che mi sfugge ;)

Noodles ha detto...

Uno dei suoi punti di forza, infatti, è proprio non fare del tema (aborto/gravidanza) un pistolotto morale. Però come scrittura credo che qualche difettuccio uccio uccio ce l'abbia. M'è piaciuto assai, ma un po' meno di Thank you for smoking.

Luciano ha detto...

@Noodles. Mi ha emozionato, perché il punto di vista di Juno mi è sembrato ben costruito. La sceneggiatura non ha sbavature e le battute sono incalzanti ed emozionanti. Visto il "tema" immagino non deve essere semplice produrre una comemdia che eviti di "trasportare" nel patetico. Pertanto "forse" Reitman ha dovto rinunciare a certe scelte (forse per non rischiare troppo). Il tema di Thank you for smoking era molto più "semplice" come presupposto per produrre una buona commedia che in effetti forse è migliore. Ma, usando una metafora calcistica, si partiva con una formazione più quotata.

Pickpocket83 ha detto...

Concordo con la tua ottima recensione! io ne ho apprezzato la capacità di coinvolgere e di emozionare senza scadere nel patetismo facile o nel sentimentalismo languido. Mi è garbato parecchio, e ho voluto dargli una valutazione diciamo "emotiva", stavolta senza soffermarmi troppo sull'aspetto tecnico-stlistico

Un caro saluto, a presto

Luciano ha detto...

@Pickpocket. In effetti anch'io ho apprezzato la "visione" del mondo filtrata dallo sguardo fresco e forse un po' ingenuo di Juno. Non si sente il peso della retorica o di un'etica autoriale. Tecnica e stile forse non eccelsi, ma comunque apprezzabili. Altrimenti avremmo dovuto commentare un capolavoro.
A presto e grazie.