13 marzo 2008

Sci Fi anni venti in 7 film: 2. Metropolis (Fritz Lang, 1926)

Innanzitutto tengo a sottolineare che una bellissima recensione del film la trovate in Movie's Home. Un'analisi completa e precisa che rende bene l'idea a cosa si vada incontro nel vedere questo incredibile film. Metropolis non è solo un film. Metropolis è una sinfonia, un’armonia di immagini dinamiche e “suoni” tridimensionali in cui si specchiano gli eventi rifulgendo nella loro incredibile semplicità. L’idea del film venne a Lang quando, arrivando in America a bordo di una nave, vide il panorama di New York con lo sfavillio delle sue luci, vide una città luminosa e incredibile, così diversa allora dalle oscure città europee. La sceneggiatura venne scritta dalla moglie Thea Von Harbou che riprese l’idea del romanzo di di H.G. Wells Quando il dormiente si sveglierà: una storia degli anni a venire cambiando però alcune parti della trama per non incorrere nell’accusa di plagio, memore della sorte toccata al Nosferatu di Murnau, un adattamento di Dracula il vampiro di Bram Stoker. Infatti i giudici inglesi e tedeschi ordinarono di mandare al macero (o meglio in fumo) il film, dando ragione alla vedeva di Stoker la quale aveva intentato causa, vincendola, contro Murnau e Galeen accusandoli di aver ripreso direttamente la storia scritta dal marito. I due si erano limitati a cambiare solo il titolo del film. Thea, una eccellente sceneggiatrice, aveva iniziato a collaborare con Lang un anno prima di sposarlo nel 1919 e da allora la collaborazione dei due proseguì fino al divorzio, quando nel 1933 Lang rifiutò la proposta da parte del governo nazista di assumere la direzione della cinematografia tedesca, decidendo di abbandonare la patria per gli Stati Uniti. La moglie non lo seguì e cominciò a scrivere sceneggiature gradite al regime. La casa di produzione di Metropolis, l’Ufa, a causa degli enormi costi iniziò il suo declino nonostante gli aiuti economici della Famous Player e della Metro-Goldwyn. Metropolis è un film che ha influenzato il cinema per almeno un ventennio (ancora oggi se ne sentono gli effetti) determinando un modo di fare cinema più dinamico e funzionale. Ogni immagine, ogni scena, ogni sequenza non è superflua, ma contribuisce a condurre la trama verso il suo epilogo; queste capacità derivano da una ricerca formale e accurata degli equilibri interni all’immagine dove i movimenti delle macchine e i gesti degli uomini rispondono a ritmi bene architettati. Cosicché ogni movimento interno non è fine a se stesso, ma risponde alle esigenze dell’intera sequenza. Ogni movimento (dall’incedere ritmato e cadenzato degli operai avviliti, agli stantuffi,alle lancette di orologi che inglobano anche gli arti dei lavoratori, ecc.) si integra in uno spazio che rende bene l’idea della tridimensionalità (nonostante le tecniche dell’epoca e i limiti del quadro) rendendo la città una cosa viva. Questa vitalità sottesa, appunto dinamica, viene ottenuta non tanto tramite i movimenti di macchina quanto con l’incedere e il fluire di uomini (masse umane), macchinari, automobili, acqua, all’interno della scena. Il tutto condito da un mélange di stili in cui domina il disegno espressionista (ma vi sono alcune scena che ricordano di più il surrealismo come nella sequenza in cui Freder vede la morte con la falce che gli si reca incontro). Naturalmente in queste brevi “schede” su alcuni film degli anni venti non intendo approfondire i film (e per Metropolis non sarebbe sufficiente un libro) ma solo proporre approcci alla loro lettura o ri-lettura. Una scena che mi ha colpito, ad esempio, è quella in cui il robot-femmina si trasforma in Maria. Intanto il robot è di una modernità sconvolgente e ricorda molti robot moderni in cui il metallo non è uno scafandro che avvolge l’anima elettromeccanica dell’essere, quanto una pelle, un involucro che fa somigliare il robot ad un androide. Inoltre, quando il robot assume le sembianze di Maria, come non possono venire a mente i replicanti di Blade Runner? Voglio terminare rammentando la stupenda e bellissima attrice Brigitte Helm, nata nel 1908, e incontrata dalla moglie di Lang negli uffici dell’Ufa in cui lavorava come dattilografa perché, pur avendo calcato il palcoscenico, non trovava lavoro. Il suo vero nome era Eve Schittenhelm e a soli diciotto anni divenne la donna più desiderata del momento, soprattutto per lo stupendo doppio ruolo di donna morigerata e quasi santa e di essere lussurioso (nell’incubo di Freder danza lascivamente e seminuda davanti a un pubblico di uomini che la osservano con un’avidità resa metaforicamente attraverso un’immagine surreale di occhi, molti occhi, tantissimi occhi). Nel 1933 la Helm venne definita da un giornale italiano “una fiamma fredda”. Se proprio devo trovare un difetto al film (ma non mi sento di definirlo tale), quasi più per curiosità che per voler criticare, trovo il finale dalla Von Harbou troppo “buonista”. Certo, ai fini degli incassi, il lieto fine probabilmente deve essere stato gradito dai produttori, ma forse avrei preferito il finale che voleva realizzare Lang, ossia la distruzione di Metropolis-Gomorra e la fuga dei due innamorati (Maria e Freder) su un razzo verso la Luna. In tal modo Metropolis sarebbe diventato l’ideale prima parte del film girato da Laing nel 1929 “La donna sulla Luna”.


Le notizie del post sono state riprese da più fonti tra cui tengo a citare il libro di Luigi Cozzi “Gli anni d’oro del cinema di Fantascienza”, e soprattutto, per quanto riguarda la Helm il volume “Le dive del silenzio” di Vittorio Martinelli.

36 commenti:

Noodles ha detto...

Citando Murnau e Nosferatu mi hai fatto tornare in mente un'interessante dialettica che "oppone" Lang all'altro grande "padre" dell'espressionismo tedesco. Da un lato la curva, la spigolosità ondulata del cinema di Murnau (penso anche al Palazzo che si "curva" sul protagonista nell'incubo di Der Letze Mann) dall'altra la geometrica, architettonica gestione dello spazio da parte di Lang, quasi un ingegnere del cinema (detto nel senso più alto sia chiaro).

Anonimo ha detto...

Ho sempre visto solo qualche scena qua e là, sarebbe il caso che mi decidessi a vederlo integralmente.

Luciano ha detto...

@Noodles. Verissimo. Acuta e stimolante osservazione. La curva in Murnau (anche se "spigolosa")e le simmetrie geometriche in Lang. Due modi differenti di sentire l'espressionismo, anche se il film di Lang è un po' meno espressionista e fanno capolino immagini leggermente surreali. Un passaggio stupefacente. In Metropolis ci vedo anche un po' di Costruttivismo. (Non ho osato scriverlo nel post perché dovrei rivedere ancora il film per risolvere il dubbio).

@Lorenzo. Te lo consiglio. Sono convinto che te ne innamorerai ;)

Anonimo ha detto...

Di Lang, ahimè ho visto solo Dietro la porta chiusa, che è comunque un gran bel film. Questo è sicuramente il suo film migliore (almeno da quello che ho letto in giro) e sicuramente è da recuperare, non dico immediatamente, ma quasi. Le tue analisi come sempre mettono in risalto particolari che non sempre è facile trovare altrove e per questo sono sicuramente uniche e imperdibili. Grazie.
Ale55andra

FiliÞþØ ha detto...

In questi giorni di assenza mi sono perso grandi cose!;)
Cmq con mia grande vergogna ammetto di non averlo ancora visto...:(

Il fatto è che mi sono fissato:
Lo vedrò nel momento in cui comprerò il dvd, non voglio scaricarlo...

Tra i miei prossimi acquisti sicuramente!

Un saluto!

Christian ha detto...

Un caposaldo del cinema!
Hai mai visto la versione di Moroder?

Anonimo ha detto...

Ho appena rivisto in tv il video di Radio Ga Ga dei Queen. E' destino che debba recuperare Metropolis al più presto :)

Ciao,
Lorenzo

Martin ha detto...

Ma come Luciano, scrivi papiri su film "normali" e solo queste righe su Metropolis?

chimy ha detto...

Probabilmente il più importante film di Sci-Fi anni '20. Indimenticabile.... grande recensione. Ora non vedo l'ora di sapere quali saranno gli ultimi 5 ^^. Sono curiosissimo...:)

domenico ha detto...

ma grazie!!!!!!
interessantissimo post, come sempre!

Luciano ha detto...

@Ale55andra. Un bel film senz’altro. Comunque per me i suoi capolavori sono “M - Il mostro di Düsseldorf”, “Metropolis”, “Il Dottor Mabuse”, “Il testamento del Dottor Mabuse”, “I Nibelunghi”. Gli altri film sempre ottimi ma non all’altezza di questi.

@Filippo. Una curiosità: ti riferisci al DVD dell’Ermitage? O c’è qualcos’altro a giro?

@Christian. La versione di Moroder (stupenda, però ho sofferto perché il film dura appena 80 minuti) l’ho vista molti anni fa in VHS (mi pare di ricordare, correggimi se sbaglio, che fosse della serie Gli Ori di Cecchi Gori). Una colonna sonora bellissima. Per molti la migliore versione di Metropolis. Io possiedo quella di 120 minuti circa con le musiche di Gottfried Huppertz e didascalie in inglese. Ho visto solo una volta una versione da 180 minuti (su VHS e molto rovinata di un amico). Ma non l’ho più trovata.

Luciano ha detto...

@Lorenzo. Ah, Radio Ga Ga: bellissimo! Adesso devi proprio vedere l'origine di tutto quanto ;)

@Martin. Ah, ah! Hai ragione! Anch’io mi sono meravigliato. Una recensione breve (secondo i miei standard). Il fatto è che su Metropolis potremmo (forse anche tu) scrivere pagine e pagine, ma davanti a un capolavoro simile, su cui è stato scritto tanto, ho preferito fare quasi un po’ di gossip. ;)

Luciano ha detto...

@Chimy. Credo proprio che sia il più importante. Grazie, ma avrai notato che è una recensione un po’ diversa tendente al pettegolezzo (quando comincio a scrivere di Dive del muto non resisto e finisco col “parlare” di loro). Purtroppo a giro si trova poca roba di Sci Fi anni 20 (pochissimo sui film americani) e ho dovuto rinunciare a due film a cui tenevo molto (visti molti anni fa): L'ultimo uomo sulla terra di Blyston (1924) e The Young Diana di Albert Capellani. Oltre ai due già recensiti gli altri sono Aelita, La donna sulla Luna, L’Inhumaine. Sugli ultimi due non ho ancora deciso. Grazie Chimy. :)

@Honeyboy. Dovere. Scrivendo di Metropolis non potevo ignorare il tuo bellissimo post.^^

Anonimo ha detto...

E se dicessi che Metropolis proprio non lo digerisco? Ehehe!

Luciano ha detto...

@Lilith. Se lo dici vuol dire che te ne sei cibato. Quindi è ovvio che il cibo non fa lo stesso effetto a tutti. Però è sempre un buon cibo. A presto carissima ;)

Christian ha detto...

La colonna sonora di Moroder era davvero stupenda (fra i miei brani preferiti, quelli "femminili" di Bonnie Tyler e Pat Benatar, dedicati appunto alle due versioni di Maria). Per la VHS non ricordo, io l'avevo registrato dalla televisione. Vedo però che fra i migliori di Lang citi solo film tedeschi... non ami il Lang americano? Io lo adoro! Da "Furia" a "La donna del ritratto", da "Duello mortale" a "Strada scarlatta", da "Gardenia blu" a "Anche i boia muoiono", da "Dietro la porta chiusa" a "Il grande caldo"... quanti filmoni!

Martin ha detto...

In effetti c'è abbastanza materiale per dei veri e propri trattati sul film.
Per quanto riguarda la versione invece non ho dubbi che la migliore sia appunto quella recentemente restaurata con la colonna sonora dell'epoca.
Non che le musiche di Moroder non abbiano una loro bellezza ma hanno il problema di non "accompagnare" il film ma di aggiungere elementi propri che ritengo estranei all'idea del film.

chimy ha detto...

Aelita mi manca proprio... non vedo l'ora di leggere la tua recensione.
Quando si parla di muto e delle dive del periodo mi piace leggere di tutto, anche (e molto) i "pettegolezzi" :)

Luciano ha detto...

@Christian. Non no, anzi,mi piacciono molto anche i film americani. Con Lang in realtà è difficile fare una classifica. Ogni film ha qualcosa di originale, particolare. Alcuni film tedeschi li preferisco ma non poi di tanto.

@Martin. La versione di Moroder è stupenda e in effetti il suo rock che accompagna il film (inoltre ridotto di molto) è quasi una altra opera, una rivisitazione. In effetti su Metropolis il rock ci sta bene. E' chiaro che il film originale deve rimanere integro. Ma come sai quando si parla di muto non si sa neppure quale sia esattamente la versione originale del film. Ad esempio mi pare di ricordare che la versione uscita dagli studi dell'Ufa fosse lunga tre ore e mezzo. Per la mia recensione ho comunque utilizzato la versione quasi ufficiale (credo): della durata di due ore e musiche di Gottfried Huppertz

Luciano ha detto...

@Chimy. Probabilmente sono appassionato di "gossip storico". Quando si tratta di dive del muto non resisto e raccolgo qualsiasi tipo di materiale mi capiti sotto mano. Purtroppo non posso farci nulla^^

Luciano ha detto...

@Chimy. Ah, dimenticavo! Il fatto che ti piaccia il muto compresi i pettegolezzi mi incoraggia a proseguire su questa strada. Spero di non annoiare troppo. Grazie^^

Pickpocket83 ha detto...

Ma che bello...un post a dir poco prezioso! Davvero interessantissimo. "Metropolis" è un film di cui riconosco la grandissima importanza nella storia del cinema, ma che non è mai "riuscito a piacermi" tantissimo. Seguirò questa serie sulla sci-fi vintage con estremo interesse ;-)

Luciano ha detto...

@Pickpocket. Il fatto che un esperto di cinema vintage come te sia interessato a questi miei post non può farmi che piacere. ^^

M.S. ha detto...

hai fatto una vera lezione di cinema su un film che, per quanto critticabile sotto molti aspetti, io ho amato molto (quasi quanto te).
anceh io ho trovato parecchio buonista il finale.

Luciano ha detto...

@Grazie Mario per considerare questo post "una lezione di cinema" (magari!). Sempre molto gentile^^

Martin ha detto...

Metropolis criticabile?
Se si intende che dopo averlo visto si fa a fatica a vedere ogni altro film di fantascienza successivo allora sono d'accordo anch'io ;)

Luciano ha detto...

@Martin. In effetti rimane difficile paragonare altri film di fantascienza a questo. Di sicuro un film epocale che ha influenzato un certo modo di fare cinema. Forse paragonabile (ma non è possibile fare paragoni tra film di epoche diverse) a 2001:Odissea nello spazio.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Un film che ha influenzato molto. Metropolis, come città, tanto per dirne una, è la mamma di Gotham City.

Luciano ha detto...

@Roberto. In effetti Metropolis è una città "gotica" e forse Gotham City è stata disegnata proprio partendo dalla topografia di Metropolis.

Anonimo ha detto...

metropolis è veramente monumentale, anche se ora va visto con occhi 'storici'.
invece mi solletica non poco questo 'paris qui dort' di cui leggo qui sotto...
c'è sempre da imparare e perle da cercare, ottima segnalazione...
Simone

Luciano ha detto...

@Simone. Infatti davanti al cinema muto cerco di storicizzare per non perdere (o almeno provare a non perdere) l'atmosfera dei tempi passati, il profumo di un epoca che non c'è più ma che ho la fortuna di vedere rinascere ogni volta che "riparte" il film. Grazie^^

Anonimo ha detto...

Argh! Io direi che Lang è un architetto, non un ingegnere. Non mischiamo gli stracci con la seta.
:-D

Anonimo ha detto...

PS: era una battuta. Che nessun ingegnere si offenda, eh. Anche loro sono quasi indispensabili...

Luciano ha detto...

@Richmond. D'accordo Laing, trattandosi di un regista, è un architetto e infatti nel post e nei commenti abbiamo usato il verbo architettare (anche perché da ingegnere mi pare non sia derivato alcun verbo^^). Comunque una precisazione dovuta. Grazie.

Anonimo ha detto...

No, comunque lui era lauerato in architettura. Lo dico perché è davvero uno dei miei registi preferiti.
Pignolerie a parte, ottimo blog, puntuale e competente.

Luciano ha detto...

@Richmond. Ti ringrazio per il tuo giudizio positivo sul blog^^ e anche per l'informazione su Laing che non conoscevo.
A presto.