27 marzo 2008

Persepolis (Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, 2007)

Non v’è dubbio che l’aspetto narrativo del film sia preponderante, fondamentale, coinvolgente. Le vicende della piccola Marjane in un Iran occidentalizzato prima e della Marjane divenuta donna in un paese islamizzato poi, sono “raccontate” con ironia, senza mai cadere nella retorica o nella propaganda, ma coinvolgendo lo spettatore nelle avventura di una donna iraniana che deve fare i conti con i drammatici eventi del suo paese. Persepolis ha il merito di mostrare la ricerca di “normalità”, il desiderio di vivere e scoprire le proprie emozioni anche quando sembra che tutto lo impedisca, quando sembra che gli eventi conducano all’annichilimento della personalità, soprattutto di quella femminile. Allora, constatata l’impossibilità della ribellione (in un mondo ormai conformatosi ai “desideri” di élite che decidono senza consenso e contravvenendo al rispetto dei più elementari diritti umani), anche l’esposizione di un oggetto proibito, o meglio di una parte del corpo, può servire a liberare la rabbia che cova nell’animo, per affermare l’urlo della mente: “io esisto e ho bisogno”. Mostrare una ciocca di capelli sotto il chador o portare vesti vagamente più attillate, rischiando anche il carcere, diventa il simbolo della resistenza ad ogni regime (di qualsiasi tipo in qualsiasi latitudine). Un film che emoziona, che trascina dentro il racconto visto attraverso gli occhi di una bimba prima e di una ragazza poi, che coinvolge perché il filtro del quotidiano avvicina la Storia ai nostri sguardi. Il film è la trasposizione dell’omonimo fumetto che tanto successo ha avuto in Francia e quindi in Europa e nel resto del mondo, quattro volumi paragonabili a un romanzo, che sono un romanzo, perché il fumetto è anche letteratura. La grafica del film, che mi ricorda il teatro delle ombre, è particolare. Dovendo riprendere il fumetto si forma nell’immagine come un’incessante esposizione di silhouette o forme stilizzate, scivola sul piano come un magma di disegni da cinetoscopio. Questo fluire su più piani non è sgradevole ma richiama spesso (e devo ringraziare l’amico Para che me l’ha fatto notare) l’antichissima tecnica dell’acquaforte. Sicuramente l’immagine che ne risulta, artisticamente di valore, lascia molto spazio (un’acquaforte “per coperture”) ai contrasti più o meno netti. Domina il nero pur essendo contrastato dal bianco, ma il bianco non è che il supporto essenziale per mostrare l’assorbenza della luce. Il nero è il colore del chador iraniano, ma anche il colore dell’oscurità e dell’oscurantismo e spesso invade il quadro assorbendo ogni forma, ogni scintilla di luce, trasformandosi in una lunga e persistente dissolvenza. Sembra quasi che le immagini debbano svanire per sempre, portandosi via, oltre alle vite di tanti uomini e donne che non si sono “allineati”, anche il significato degli oggetti e dei movimenti. Lo sguardo della guardia che vorrebbe impedire alle forme femminili di “invadere” una mente ottusa, rappresenta lo sguardo che resiste al fascino dell’immagine, al di là di ogni rappresentazione. La forma della ragazza mostrata “impunemente” attraverso il chador è il senso profondo dello sguardo che accetta senza indugi la persistente aporia socratica (ovvero: lo fa apposta o sono io ad essere malato?), sguardo che accetta l’essenza degli oggetti messi non per coordinare un mondo ma perché lo esige una storia di libertà. E non a caso l’andamento narrativo ricorda il socratico lavoro della levatrice, ossia prima ci si abbassa con l’ironia al livello dello sguardo sprovveduto (“e tu non mi guardare il culo!”) per poi affrontare il senso attraverso l’uso della maieutica (tanti punti di vista personali) senza imporre nessuna dottrina (“e loro in quanto uomini possono eccitarsi per qualche centimetro di velo in meno”). Un film gradevole.

27 commenti:

Roberto Junior Fusco ha detto...

Lo so che vale la pena di vederlo, è che qui da me non hanno intenzione di metterlo. Accidenti!

Luciano ha detto...

Sapessi dalle mie parti! Non sono riuscito a vederlo perché è rimasto pochissimo in sala e quando ho trovato il tempo di vederlo sono dovuto andare a Firenze (oltre 50 km) per vederlo nell'unica sala in cui era rimasto.

Anonimo ha detto...

Azz!!! Pensa che io invece mi lamento sempre della mia scandalosa città che mette solo film idioti e li tiene per mesi e quando incredibilmente hanno messo Persepolis, non sono riuscita a vederlo!!! Cercherò di provvedere il più presto possibile...
Ale55andra

Anonimo ha detto...

quanto ho amato questo film!!!!Lo vidi a giugno ma ancora ora ho bellissimi ricordi vividi in testa....

Mrdavis

Anonimo ha detto...

Sono contento che sia piaciuto anche a te. Un film molto molto bello. Mi permetto di consigliare anche a te la lettura del fumetto, un vero e proprio capolavoro, in cui vengono spiegate più nel dettaglio alcune circostanze.

Ciao,
Lorenzo

chimy ha detto...

Concordo con te: un buon film; gradevole e profondo... non è da poco.

Un saluto

Luciano ha detto...

@Ale55andra. Immagino che abbiano tenuto il film in sala pochissimo tempo come è capitato dalle mie parti. A volte non è possibile essere tempestivi e il film te lo devi andare a cercare. Comunque un film che merita di essere visto.

@Mr.Davis. Un film molto bello. Ho letto la tua bella recensione. Praticamente sei stato uno dei primi a vederlo.

Luciano ha detto...

@Lorenzo. E' proprio quello che avevo in mente. Appena vado in libreria mi metto subito alla ricerca del fumetto. Ciao.

@Chimy. Infatti mi è piaciuto e mi ha incuriosito (non ho letto il fumetto e provo a cercarlo in libreria) e per me è già molto visti i miei limiti con i film di animazione. Un caro saluto.

Noodles ha detto...

sto leggendo ora il fumetto e devo dire che i film ne ha catturato a pieno tutta la poesie. La nota sull'acquaforte è stimolante, anche perché riunisce la tecnica moderna (cinema) all'idea dela stampa-carta del fumetto.

Anonimo ha detto...

nel fine settimana dovrei farcela, a vederlo, finalmente
Simone

Luciano ha detto...

@Noodles. E' vero, l'acquaforte (e ringrazio Para per avermelo fatto notare)è come un ponte (sintetizzando oltre ogni logica) fra cinema e carta. Non vedo l'ora di procurarmi il fumetto.

@Simone. Bene. Così ci farai conoscere la tua opinione. A presto.

Anonimo ha detto...

A me è piaciuto ed ha coommosso veramente tanto!!

Anche la cortellesi mi è piaicuta molto nel doppiaggio!

Ps: bell'header ^^
ma questo film di Marlon me lo tengo per ultimo!! :-)

Edo ha detto...

Sììì molto bello. Il fumetto non sono ancora riuscito a recuperarlo ma in molti, anche qui, lo consigliano quindi magari lo farò...

Anonimo ha detto...

Bellissima recensione. Sono contento che anche tu hai visto l'acquaforte. Questo film porta agli occhi, forse in maniera troppo velata (ma c'è da dire che in caso contrario forse avrebbe snaturato il design originale che è stato invece rispettato fedelemente), tecniche dimenticate come appunto l'acquaforte o le silhouette animate. Speriamo che anche altri l'abbian notato e siano magari cineasti o artisti e che venga loro voglia di (ri)cimentarsi con tutto questo.
Per fare del nuovo in un mondo senza novità bisogna per forza appropriarsi del vecchio e del dimenticato.
Saluti.
Para

Anonimo ha detto...

salute. SETTIMAARTE su blogspot non esiste più. il nuovo indirizzo è:

http://scafidimario.spaces.live.com/

ti dispiacerebbe modificare l'indirizzo nella sezione dei tuoi link?

p.s. mi raccomado, torna comunque a trovarmi!

mario

p.p.s. poi tornerò con calma a leggere la tua su persepolis. ti anticipo che io l'ho adorato!

Luciano ha detto...

@Trinity. Sì, veramente commovente e in effetti un doppiaggio come si deve della brava Cortellesi. L'header anticipa una mia prossima recensione su uno dei miei film preferiti (nella famosa lista dei trenta). Allora lascerai per ultimo Brando il film di Bertolucci? Purtroppo il mio blog graficamente - causa mia inesperienza con l'HTML - fa un po' pena. Dovrò trovare una soluzione. Grazie per la visita ^_^

@Edo. Anch'io voglio procurarmi il fumetto e non vedo l'ora di recarmi in libreria.

Luciano ha detto...

@Para. Ho visto l'acquaforte grazie a te che me ne hai "parlato" in un commento. E colgo l'occasione per ringraziarti. Il vecchio e il dimenticato spesso nascondono delle potenzialità enormi e se recuperati (grazie alla tecnologia di cui disponiamo oggi) è possibile scoprire nuove strade e creare nuove forme. A volte per trovare il "nuovo" bisogna anche guardarsi dietro. A presto.

Luciano ha detto...

@Mario. Ho già visitato il tuo blog. Mi sembra graficamente migliore del precedente. Però che coraggio a chiudere un blog con 300post ^^

Anonimo ha detto...

No, ma che fa un po' pena, stavo appunto notando che era proprio figo, con le foto messe anche in colonna..

Ciao Luc.. attendo allora...

Luciano ha detto...

@Trinity. Purtroppo non riesco a togliere quel "rettangolo" azzurro sulla destra. Veramente orribile. Grazie.

A presto^^

Anonimo ha detto...

giudizio positivo, ma senza entusiasmo.. a me, al contrario, il film mi ha catturato ed emozionato moltissimo!

Luciano ha detto...

@Mario. Un film molto bello. Emozionante. E infatti mi ha talmente incuriosisto che in settimana andrò in libreria ad acquistare il fumetto. Non posso che concordare con te. Credo ci sia solo una differenza di voto (mi pare che tu gli abbia dato 10), ma il film è piaciuto ad entrambi.

Anonimo ha detto...

gran bel film, concordo con tutti...

FiliÞþØ ha detto...

Visto ieri, bellissimo.
Ho adorato i disegni, che mi hanno riportato alla mente il cinema espressionista e quello di Melies...

Luciano ha detto...

@Claudio. Senza dubbio.

@Filippo. Grafica bellissima. Ogni immagine potrebbe essere un quadro da appendere.

cinemaleo ha detto...

Racconta non solo di un Paese che da dittatura a dittatura si trasforma e peggiora, delle responsabilità di noi Occidentali e della nostra sostanziale incapacità di accettare il diverso, ma anche della crescita e della maturazione di una donna sempre più consapevole della intangibile dignità umana.
Ci si dimentica ben presto che è un film d’animazione: l’immedesimazione da parte del pubblico nella storia è totale.
Perfetta la fusione di ironia dramma politica in un racconto che è un omaggio alla intelligenza e sensibilità dello spettatore che dal cinema pretende non solo pura e semplice evasione, un racconto -al contempo poetico e impegnato- che illustra, meglio di tanti saggi, come si giochi sulle nostre teste per interessi e convenienze al di sopra di noi

Luciano ha detto...

@Cinemaleo. Infatti è un film che ti porta dentro la storia e non ti rendi conto che stiamo guardando un cartone. Un'ottima gafica e una sceneggiatura fantastica. Una degna trasposizione del fumetto. Ovviamente la mia opinione è in sintonia con la tua.