17 gennaio 2008

Crash (David Cronenberg, 1996) - 1/3

1 - Eversione della cicatrice.
Il film è un percorso di conoscenza che comporta seguire un sentiero erto e ostico, pieno di trabocchetti e pericoli, un sentiero difficile e faticoso che non dà niente in cambio e non porta da nessuna parte. Sempreché si accetti di lasciarsi trascinare dalle immagini, è una strada che conduce inesorabilmente a scoprire il disgustoso sapore del Nulla. C'è l'incontro e il tentativo di mostrare ciò che per Bazin non era possibile mostrare, perché ritenute entrambe oscene, ossia la pornografia e la morte (1). La morte al lavoro (non quella dei vivi che muoiono ma dei già morti che vivono) che annichilisce dall'interno una condizione di felice oblìo e porta inesorabilmente alla scelta di una libertà: poter morire. La pornografia intesa (non vi sono immagini pornografiche) come l'aspetto più astratto dell'Eros, ossia l'Eros che si piega al quotidiano, che entra nelle pieghe della disperazione quotidiana; non l'Eros dei morti, ma quello imponderabile dei vivi, quello intimo che "viola" la sua natura. In altre parole l'Eros non ha un abbrivo, non si realizza, ma rimane vagamente "consegnato" negli atti e nei gesti, congelato nel tempo, senza possibilità di redenzione. Il sesso era una volta il tema della vita, unico racconto possibile, oggetto di desiderio e speranza, oppure forza interiore (vittoriosa o perdente non importa) nella lotta/contrapposizione con Thanatos (la morte intesa come morte fisica, ma anche morte interiore, sconfitta della vita e resa al flusso immondo degli eventi). Ma qui non c'è una redenzione. L'arte, il cinema, consacrano l'impossibilità di comprendere la Storia; possono solo compenetrarla, trasferendo gli stilemi propri del sesso su un altro piano semantico (un'analogia dell'osceno?) I codici del sesso e dell'amore vengono privati del supporto connotativo (piacere e affetto) sostituiti da un altro supporto semantico. Dall'incontro delle due uniche vere tematiche narrative dell'arte, nasce un ibrido, nasce l'invenzione dell'uomo, nascono la tecnologia, la Macchina. Sorge il rifiuto del lato umano. Umano non come umanesimo, come affermazione di valori, ma come condizione amorfa dell'uomo che diviene oggetto massificato, manovrato e catalogato dal potere. Da questo incontro nasce una maieutica del sesso, una libertà non controllabile: e non è la libertà del Romanticismo, l'amore disperato di un Novalis, e neppure la forza dirompente di un amore libero (fate l'amore non fate la guerra), ma è la disperata consapevolezza che solo l'accettazione della macchina può liberarci dalle ferree regole della prospettiva. In altri termini: Thanatos non viene cercata, ma sfidata, e lo scontro non può che portare a dei risultati indelebili: cicatrici, amputazioni, suture. Il corpo tagliato dalle lamiere contorte dal "crash" è il risultato dell'affronto. La morte non è una gloria ottenuta o una sofferenza, ma un bisogno. Ormai per sfuggire al controllo del potere (e qui per potere intendo quello dei cliché e dei luoghi comuni che generano e "guidano" consenso e gusto) non rimane che la tecnologia da usare per "tagliare" la carne morbida della diegesi e formare un nuovo tessuto cicatrizzato: l'arte in senso lato e il cinema in senso ristretto. Crash è un film "immondo" perché ci mostra quello che non è possibile mostrare, ossia l'intollerabile oscenità baziniana della porno-morte o meglio, secondo la logica del post-moderno, ci mostra l'Eros post-mortem, perché Crash è un film post-osceno. Un film che quando uscì scatenò infinite polemiche e venne demonizzato non solo dagli "addetti ai lavori", ma anche da politici e giornalisti di tutto il mondo. Eversivamente bello.




(1) "Senza dubbio nessun istante vissuto è identico agli altri, ma gli istanti possono somigliarsi come le foglie di un albero; di qui proviene il fatto che la loro ripetizione cinematografica è più paradossale in teoria che in pratica: l'ammettiamo nonostante la sua contraddizione ontologica come una sorta di replica oggettiva della memoria. Ma due momenti della vita sfuggono a questa concessione della coscienza: l'atto sessuale e la morte. L'uno e l'altro sono alla loro maniera la negazione assoluta del tempo oggettivo: l'istante qualitativo allo stato puro. Come la morte l'amore si vive e non si rappresenta [...] o almeno non lo si rappresenta senza una violazione della sua natura. Questa violazione si chiama oscenità." André Bazin, Che cosa è il cinema? Garzanti p. 32

27 commenti:

Anonimo ha detto...

eversivamente bello! concordo...
Le polemiche erano purtroppo ovvie...

Anonimo ha detto...

Mi manca, ma sono sicura che è un puro cronenbergiano coi fiocchi! Poi dopo la tua analisi, non si può far altro se non leccarsi i baffi e cercare in tutti i modi di metterlo in cima alla lista delle cose da recuperare ^_-
Ale55andra

chimy ha detto...

Gran bella riflessione (non vedo l'ora di leggere le altre due ^^).

A me ha molto colpito notare come "Crash" (forse giustamente forse no) sia l'unico film degli ultimi 20 anni (più o meno) che è spesso citato in diversi libri di filosofia, che parlano di cinema soltanto in relazione a questo film...
Tra questi il bellissimo "Filosofia della noia" di Svendsen che ti consiglio caldamente.

Un saluto

Luciano ha detto...

@Claudio. Venti anni prima lo avrebbero mandato al rogo come fecero con Ultimo tango a Parigi. ^^

@Ale55andra. Se ho imparato a conoscerti bene,credo proprio che il film ti piacerà in maniera "oscena" ^_-

Luciano ha detto...

@Chimy. Le altre due parti però nonsono un seguito della prima (come in Shining), ma solo recensioni su altri aspetti del film... Ho sentito parlare del libro di Svendsen "Filosofia della noia", ma purtroppo non l'ho letto. Ma non sapevo della citazione di Crash. Una notizia per me meravigliosa e gustosa. Comprerò quanto prima il libro del filosofo, perché devo assolutamente approfondire l'argomento. Mi hai dato una notizia importante. Grazie :)

domenico ha detto...

bè, che dire, io crash l'ho amato alla follia
e aspetto le altre parti sugli altri aspetti del film, questa l'ho gradita davvero molto!

M.S. ha detto...

già, ricordo il gran chiasso che si fece attorno al film. mi sono sempre ripromesso di vederlo. adesso, dopo il tuo elogiativo parere la prenderò di punta!

chimy ha detto...

Quando l'avrai letto fammi sapere cosa ne pensi... spero ti piaccia.

Un saluto

Luciano ha detto...

@Honeyboy. Un film amato anche da me e ricordo che nel '96 me lo riguardavo tutte le volte che leggevo dello scandalo e del disgusto di molti (disgusto trasversale anche tra i politici).
Conto di pubblicare presto il n. 2.
Grazie Honeyboy.

@Mario. Spero che ti piaccia, ma se non ti dovesse piacere non sarà sicuramente perché ti ha scandalizzato.

Luciano ha detto...

@Chimy. Comprerò presto il libro, e comincerò subito a leggerlo (anche se impiegherò più tempo del mio solito perché ho altre letture in corso). Ti farò sapere; comunque i testi di filosofia sono per me tutti (o quasi) interessanti.

Noodles ha detto...

Devo dire che preferisco altri di Cronenbergh, ma anche questo lascia il segno, anzi lo lascia di brutto, come un pneumatico in una frenata. Sarà forse che l'ho visto la prima volta solo pochi mesi fa ed era tutto riottoso perché acquistai il dvd senza accorgermi che non aveva l'audio originale.

Luciano ha detto...

@Noodles. Hai detto benissimo: lascia comunque il segno di uno pneumatico sulla carne (e forse anche nell'anima) di chi lo vede. Hai per caso letto il libro di Ballard?

FiliÞþØ ha detto...

sai che quando si parla di cronenberg sono di parte...^^
Non aggiungo altro, solo che attendo la seconda parte...;)

Anonimo ha detto...

Ballard è strepitoso, anche se secondo me questo romanzo non è il suo migliore, con il film si vede tutto, con il libro si immagina e forse è ancora meglio, forse...
di ballard consiglio a tutti MILLENIUM PEOPLE!

Anonimo ha detto...

Anche questo rientra tra le mie lacune, paragonabili spesso e volentieri a vere e proprie voragini ;-)
Ciao Luc!

Ps: cmq x l'anno nuovo Cronemberg me lo sono messo come obbiettivo principale!

Luciano ha detto...

@Filippo. Spero di non deluderti perché la seconda parte non è un vero e proprio seguito, ma riguarda altri aspetti.

@Claudio. In effetti Crash non è il suo miglior romanzo. Lo scrittore è uno dei miei preferiti. Purtroppo non ho ancora letto i suoi romanzi del nuovo millennio. Suoi grandi romanzi anche Il mondo sommerso, Foresta di cristallo, La mostra delle atrocità.

Luciano ha detto...

@Trinity. Anch'io ho grandi lacune perché è impossibile conoscere tutto il cinema e vedere tutti i film. Comunque alcuni film di Cronenberg meritano di essere visti. Ciao!

Anonimo ha detto...

bella riflessione. tempo fa, quando l'ho visto, non mi ha detto un granchè, ma ora potrebbe essere arrivato il momento di rivederlo...
Buon fine settimana

Luciano ha detto...

@Grazie Simone. Buon fine settimana anche a te. ;)

monia ha detto...

cronenberg è un regista che quasi ignoro, forse non proprio il mio genere... comunque la tua analisi m' incuriosisce, aspetto il seguito e magari di recuperare questo film che non ho visto!

Luciano ha detto...

@Monia. Cronenberg secondo me è un regista che merita di essere studiato e approfondito. Naturalemnte il mio è un ragionamente opinabile e inoltre a qualcosa bisogna rinunciare. Impossibile vedere tutto.

Anonimo ha detto...

E' oltremodo scandaloso mostrare che non necessariamente ci si eccita stando in orizzontale sul letto. Una riflessione sulla parafilia, perfettamente riuscita, per quanto mi riguarda. Il termine post-osceno è geniale! ^^

Luciano ha detto...

@Iggy. Sono d'accordo. Una riuscitissima riflessione sulla parafilia. Hai usato un termine azzeccatissimo, perché la parafilia non implica necessariamente una perversione. Ti ringrazio per il post-osceno, termine di cui mi assumo la responsabilità e che mi è venuto in mente perché oggi è molto facile leggere ovunque di un post-qualcosa. ^_-

Roberto Junior Fusco ha detto...

Crash è stata un'esperienza unica, la prima volta che l'ho visto al cinema quando uscì.
Poi, molti anni dopo, ho letto il libro di Ballard, veramente profondo nell'evidenziare (come in tutti i suoi romanzi migliori)l'aspetto alienato dei protagonisti a causa della storia.
Un saluto!

Luciano ha detto...

@Roberto. Sì anche il romanzo è stupendo. Diciamo che Cronenberg è riuscito a restituire molto bene il "clima" del romanzo.

Noodles ha detto...

no, del libro di Ballard lessi anni fa qualche estratto che mi sembrò interessante. Ma mai letto poi :(
I libri son tanti io solo uno a leggere... :( sniff.

Luciano ha detto...

@Noodles. Condivido il tuo dispiacere. Se potessi leggerei anche 10 libri al giorno! Ma non è possibile e bisogna rassegnarsi a non poter abbracciare tutto lo scibile. (Sapessi quanto libri non ho letto!) :(