16 luglio 2007

La Ricotta (Pier Paolo Pasolini, 1963)

Una riflessione sulla rappresentazione. Su cosa il Cinema riesca effettivamente a rap-presentare. Il “calvario” di Stracci, figurante “ladrone” di un film sulla passione di Cristo, è la sua corsa verso la morte e quindi verso la chiusura del senso. Il tentativo di sutura tra rappresentazione e realtà diventa impossibile, perché la corsa di Stracci per acquistare la ricotta o lo spogliarello di una figurante non possono raccordarsi alle deposizioni del Rosso Fiorentino o del Pontormo. In particolare, soffermandosi sulla Pietà del Pontormo (1525-1528), le sfumature di blu, i verdi quasi pastello, i rossi vivaci, i rosa che irradiano luce dalla pala della cappella Capponi in Firenze, non si “suturano” con il bianco e nero della vicenda di Stracci. La luce mentale della pittura e quella artificiale del cinema sono altro rispetto alla luce amorfa, casuale, imprevedibile della realtà.
Eppure bisogna affrontare il dolore che provoca l’ambiguità del testo e l’impossibilità di rappresentare la vita (ma se è una corsa verso la morte si può tentare). Quando il tableau-vivant della Pietà del Pontormo si spezza, quando Cristo cade e tutti si mettono a ridere, i colori per un attimo irradiano nella vita. Ecco! Questa è l’emozione che per un attimo ho provato: poter afferrare la vita osservandola dall’alto e congelarne il senso. Ma è stato un attimo.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Splendido commento! hai colto davvero il senso di lacerante dicotomia tra il film (colore) e il reale (b/n) della "Ricotta"..per me rimane forse il picco più alto di tutto il cinema pasoliniano. Ciao! a presto

P.S. Commento con una certa "lentezza" sul tuo blog solo perchè le tue riflessioni sono talmente belle, ricche ed illuminanti che le voglio leggere sempre con la massima calma ed attenzione!

Luciano ha detto...

Ti ringrazio Pickpocket. Troppo gentile. Ci mancherebbe! Puoi commentare quando e come vuoi. Per me è sempre un piacere vederti sul mio blog come è un piacere leggere i tuoi ottimi e interessantissimi post. A presto.

Gino ha detto...

Molto interessante come commento.
Pasolini lo sto (ri)scoprendo solo ultimamente, avendo visto tre dei suoi lungometraggi(Uccellacci e Uccellini, Accattone e Salò, che è il mio preferito)e tre eccellenti cortometraggi(La ricotta, La Terra vista dalla Luna e Che cosa sono le nuvole?).
In effetti il concetto di rappresentazione è alla base sia di questo che dell'altro corto di Pasolini(Che cosa sono le nuvole?)ed è nella possibilità di riscrittura della Storia(della Passione, in questo caso)che si prefigura la possibilità di un'identificazione del povero Stracci con il Cristo(identificazione che in un certo senso già traspariva in "Accattone").
Altrettanto poetico ed interessante è poi "La Terra vista dalla Luna".

Luciano ha detto...

Scusami Gino mi sono accorto solo adesso del tuo commento. Mi era prorpio sfuggito e a me capita raramente. Il tuo ragionamento è molto interessante e andrebbe approfondito. Da tenere in considerazione.

Gino ha detto...

Don't worry^^
Ormai Pasolini lo sto approfondendo da un po' e devo dire che forse il suo film che mi ha colpito di più a questo punto sia stato "Teorema"(a breve leggerò anche la tua analisi, che sembra molto interessante!).
Sulla Ricotta mi piacerebbe approfondire e da qualche giorno ho letto che è in circolazione un libro che ne parla approfonditamente e che sicuramente acquisterò!
Per quanto riguarda il film, credo che il tutto si basi sulla necessità di "vivere una storia prima di raccontarla"(tematica alla base anche di Passion di Godard, che secondo De Vincenti avrebbe omaggiato Pasolini)ed è solo così che, partendo da una riflessione metalinguistica, il regista può identificare una possibile "via crucis" soltanto nel povero Stracci, emblema del sottoproletariato, "povero Cristo" per eccellenza.

Luciano ha detto...

@Gino. In effetti Teorema è un film straordinario, ma per quanto riguarda Pasolini non so proprio dirti quale sia il mio preferito: forse Uccellacci e uccellini, o forse Salò o le 120 giornate di Sodoma. Anche Teorema o Accattone. Di fronte a Pasolini sono disarmato. Mi piacerebbe leggere quel libro sulla Ricotta. Il tuo punto di vista su Stracci "emblema del sottoproletariato" è molto interessante.

Gino ha detto...

http://www.ibs.it/code/9788871808147/subini-tomaso/pier-paolo-pasolini.html
Questo è il link alla pagina IBS del libro di Tommaso Subini su "La Ricotta". Di sicuro sarà uno dei miei prossimi acquisti, perché decisamente ne vale la pena!
Di quei pochi che ho visto di Pasolini - anche escludendo i 4 cortometraggi - credo che si tratta in ogni caso di grandissimi film.
"Teorema" è forse il mio preferito, anche se devo riconoscere che "Accattone" è probabilmente il capolavoro di Pasolini.
Checché ne dicano, "Salò" anche è un capolavoro, di sicuro il film più estremo di Pasolini, e uno dei film più "forti" che abbia mai visto(per i contenuti ancor prima che per quel che si vede)e probabilmente il più pessimista del poeta.
"Edipo Re" l'ho trovato estremamente interessante e poetico...anche andrebbe approfondito.
"Uccellacci e uccellini" lo dovrei invece rivedere, è passato troppo tempo!
I cortometraggi forse sono perfino meglio dei lungometraggi, ma come avrai capito non sono bravissimo con le classifiche!
Mi mancano ancora diversi film di Pasolini(tra cui film come "Mamma Roma" e "Il vangelo secondo Matteo"), però devo dire che è uno dei registi che maggiormente mi hanno affascinato finora, uno dei pochi in grado di realizzare un "cinema di poesia".

Luciano ha detto...

@Gino. Mille volte grazie per il nome dell'autore e il link a IBS. Spero di trovarlo in libreria altrimenti sfrutterò IBS. In effetti è molto difficile stilare una classifica dei film dei Pasolini. Io non ci sono mai riuscito. Non saprei ancora dire quale sia per me il migliore. Forse proprio Teorema o Accattone.