25 luglio 2007

La morte corre sul fiume (Charles Laughton, 1955)

Unico film di Laughton, con una luce e un modo di vedere il reale che potrebbero essere defi-niti espressionisti. Il film parte da dati realistici: l’avventura di Pearl e John Harper, due bambini inseguiti da un criminale (il Reverendo Harry Powell) che ha ucciso il loro padre Ben per un tesoro nascosto. Ma la realtà viene deformata dal punto di vista dei piccoli (e non solo) che fuggono su una barca lungo il Mississippi. Questa deformazione del reale, dando un valore espressivo all’immagine, è caratteristica della sensibilità neo-barocca del film (come anche del Nosferatu di Murnau). Il fatto che il Pastore (l’assassino del padre) non dorma mai non è realistico, come non è realistico l’attraversamento del fiume o i villaggi incontrati durante il viaggio perché questo mondo viene attraversato dalla favola (vari animaletti, il gufo, ecc.). Interessante la costruzione delle ombre e in particolare l’ombra proiettata dal cappello del Pastore sulla parete della stanza dove si sono rifugiati i bambini. Tutti questi aspetti definiscono un universo onirico, un incubo (cui molti film seguenti saranno debitori). Solo nell’incubo si è sempre raggiunti, e nel sogno i mostri si materializzano, l’angoscia porta a percorrere spazi invalicabili, luoghi non misurabili, dimensioni illogiche. Nella realtà posso contare i piani di un palazzo, nel sogno so già quanti sono i piani del palazzo. La dimensione onirica, resa a meraviglia con gli stilemi propri dell’espressionismo, riproduce soltanto quello che (anche se da accadere) è già accaduto. È una riflessione sul cinema, dove lo spettacolo che si sviluppa attraverso la pellicola che scorre nel proiettore, sta accadendo davanti a nostri occhi, ma è al contempo già un prodotto chiuso, irripetibile, non trasformabile. La storia potrebbe essere definita un “Thriller visto attraverso gli occhi e l’immaginazione dei bambini”. Ma è tutto accaduto veramente o è un sogno partorito da una mente infantile? Un capolavoro del cinema di tutti i tempi; un film definito "opera polifonica" da Serge Daney .

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Davvero un capolavoro. un misto di noir e racconto fiabesco unico nel suo genere. Laughton oltre a essere stato un attore superlativo, ha dato una lezione di regia. in + c'è forse la migliore interpretazione di Robert Mitchum.

Luciano ha detto...

Sono d'accordo. Unico capolavoro di Laughton e unico film e senza dubbio la migliore interpretazione di Mitchum. Grazie Mash. Faccio un salto a vedere il tuo blog.

Anonimo ha detto...

Beh, che dire? è forse "il" mio film preferito, quello che per me racchiude al meglio l'essenza stessa del cinema come sogno/incubo...tornerò a farti visita, puoi contarci

Luciano ha detto...

Ci conto. Per me sei sempre il benvenuto. Il film è un thriller/fiaba unico nel suo genere.
A presto

cinemaleo ha detto...

Nel 1992 è stato inserito dal National Film Preservation Board degli Stati Uniti nel National Film Registry della Library of Congress (il National Film Registry ha lo scopo di salvaguardare «film culturalmente, storicamente o esteticamente significativi»).

Un film che a distanza di anni continua, giustamente, ad entusiasmare i critici di tutto il mondo e di tutte le età.

Luciano ha detto...

@Cinemaleo. Hai ragione. Un film che ancora oggi è capace di stupire, un film ancora tutto da scoprire.